lunedì 11 maggio 2009

MORIA DELLE API: STOP AI SEMI CONCIATI PER SALVARE LE API




NELL'EST VERONESE PIÙ DELLA METÀ DELLE API È MORTA PER COLPA DI UN PESTICIDA USATO NEI CAMPI. A RIGUARDO ABBIAMO SENTITO I PARERI DI ALCUNI ESPERTI


Un mondo senza api? Impossibile a dirsi. Impossibile a farsi, stando alla famosa frase attribuita nientemeno che ad Einstain: "Quando le api spariranno, l'uomo avrà ancora 4 anni di vita!". 
Eppure, dalla primavera scorsa fino a questo inverno un segnale preoccupa molti entomologi, scienziati, apicoltori, agricoltori e in qualche caso anche i politici.
E' la moria di api: oltre il 60% di questi insetti impollinatori sarebbero già morti a causa di un potente pesticida per il mais (il maggiore sospettato è il "Thiametoxan" utilizzato nella concia delle sementi).
L'allarme è giunto anche nel vicentino sugli echi delle sconcertanti dichiarazioni dell'allora ministro Paolo De Castro, che nel febbraio scorso disse: «Non credo che ci sia un legame tra moria di api e pesticidi perché stiamo addirittura assistendo a un calo dei prodotti fitofarmaceutici e non sarebbe spiegabile il verificarsi della moria proprio quando l'uso di agrofarmaci cala». 
Una dichiarazione che Francesco Panella, presidente dell'Unione Nazionale tra le Associazioni Apistiche Italiane (Unaapi), reputa sia stata smentita dalle prove che arrivano dai campi.
«I fatti hanno smentito quella sciocca affermazione del ministro... - ha spiegato Panella -. Non si può analizzare un problema come questo sulla base di una valutazione quantitativa anziché qualitativa.
Le cifre ad oggi sono preoccupanti: si parIa di circa 50 mila alveari spariti solo nelle ultime settimane nelle regioni più colpite: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Toscana e Calabria. Mentre dall' osservatorio del miele sono stati individuati ben 174 mila Comuni a rischio di spopolamento dei preziosi insetti» .
La questione è stata qui trattata da esperti, tecnici e ecologi locali. Dalle loro risposte non c'è da stare allegri. ..

STOP AI SEMI CONCIATI PER SALVARE LE API

E' quanto prevede per il 2009 il Ministero delle Politiche Agricole. Se ne è discusso in un convegno a Legnaro (PD), dove è stato fatto il punto della difficile situazione di api e apicoltori. Il parere dell'ecologo Giustino Mezzalira
Sul futuro delle api (e nostro) se ne è discusso approfonditamente nel dicembre scorso alla Corte Benedettina di Legnaro (Pd), nel Forum Fitoiatrico Autunnale promosso da Veneto Agricoltura e Servizi Fitosanitari della Regione Veneto. Un appuntamento tecnico che ha fatto il punto della situazione ecologica e fitopatologia, riassunto per noi dall' ecologo vicentino Giustino Mezzalira, direttore Sezione Ricerca Sperimentazione di Veneto Agricoltura.

«Che la situazione per le api e l'apicoltura sia critica è un dato inoppugnabile - annuncia Mezzalira -, sottolineato da tutti i relatori del convegno. Si tratta anche in questo caso, di un fenomeno indotto dall'uomo sull'ambiente e dalle conseguenze imprevedibili». AI convegno si è parlato di "sindrome da svuotamento" degli alveari sul piano globale, quanto nazionale, regionale e zonale. «Il problema è su vasta scala le cui cause e soluzioni producono ancora diagnosi discordanti. La maggioranza dei tecnici però non esita ad indicare nella concia delle sementi il vero "killer" delle api.

 «Colpa di alcuni prodotti chimici utilizzati in agricoltura: in particolare le molecole "neocotinoidi" utilizzate per conciare le sementi del mais. Queste sostanze - spiega Mezzalira -, vengono polverizzate ricadendo nel suolo, laddove poi le api vanno a suggere la rugiada». Gli effetti letali sulle api sono stati mostrati con una serie di filmati che hanno lasciato basiti gli stressi studiosi. Lo stesso accade quando la pianta va a fiore, rilasciando polline contaminato che implementa la già compromessa catena ecologica delle api. 
«La prova schiacciante che può inchiodare le grandi multi nazionali chimiche - precisa Mezzalira -, ancora non c'è.  Ma gli indizi a loro carico sono pesantissimi». Per ora la buona notizia è che il Ministero delle Politiche Agricole, tramite il Ministero della Sanità, ha imposto per l'anno 2009 una sospensione totale di tutte le sementi conciate di mais e girasole. «Questa è stata una buona notizia - aggiunge Mezzalira - amplificata proprio dal convegno di Legnaro dove erano state invitate come relatori anche le case produttrici di fitofarmaci che però hanno preferito presentarsi solo come semplici uditori».

SEMENTI "KILLER"

Via dunque le sementi "killer" dai nostri campi, almeno per quest'anno: «Siamo però fiduciosi di provare entro breve tempo la stretta correlazione tra la moria delle api e questi prodotti, tanto che l'anno sabbatico chiesto dal Ministro Zaia, sarà per noi fondamentale ai fini di salvare le api. Ciò che poi è stato perorato con forza - conclude l'ecologo vicentino -, è l'incomprensibile spreco cui gli agricoltori si prestano con l'acquisto delle sementi conciate, anche in assenza di larve parassite presenti nel terreno. Questo significa poter risparmiare anche denaro, utilizzando delle trappole parassitarie con le quali si può testare la presenza di "elateridi o nottue" valutando la conseguente presenza delle larve interrate che attaccheranno il mais l'anno seguente. Verificato ciò, si può intervenire in maniera mirata, con grande risparmio di lavoro e denaro. Diversamente, come "stupidamente" seguita a fare la nostra agricoltura, le vittime più utili e indifese restano ancora le amate quanto utili api».


Fonte: Verona in, area est, numero 1 maggio 2009

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