giovedì 18 febbraio 2010

LE FONTANE DELLA VALPANTENA NEL 1589


La fontana di Santa Maria in Stelle


Nel 1589 la Serenissima Repubblica di Venezia ordina di fare un censimento delle strade più importanti e delle fontane pubbliche del territorio veronese. Così ha origine il Campion delle strade e delle acque di uso pubblico compilato in seguito ad un accurato sopralluogo fatto da funzionari che ascoltarono le deposizioni giurate dei massari e dei consiglieri delle diverse comunità locali.

Dal Campion del 1589, conservato presso l’Archivio di Stato di Verona, traiamo puntuali descrizioni delle fontane a disposizione della gente della Valpantena.

Se a Nesente dona la sua acqua  la fontana  detta de Quain, gli  abitanti de Novaglie posono avvalersi dell’acqua  di due fonta e di un pozzo: la fontana di Franzago che sgorga nei pressi delle proprietà di Giovanni Piacentini, la piccola sorgente che nasce su Montesello e il pozzo comune che si trova in contrada Ronchi.

Il punto di riferimento per quelli di Santa Maria in Stelle non può essere altro che la famosa sorgente che ancora oggi è attiva e che anche allora forniva il suo prezioso liquido proveniente dalle colline circostanti e che passava subtus Ecclesiam, sotto la chiesa parrocchiale del luogo.

A Vendri la fontana che usano tutti quelli del posto è quella che sgorga nelle vicinanze dei beni di Domenico Girardi e Giambattista Zattoni.

 La piccola contrada di Clocego può utilizzare l'acqua del pozzo comune vicino alla strada, mentre il grosso centro abitato,  mentre il grosso centro abitato di Quinto  può sfruttare oltre alle acque del Progno della Valpaltena ben due fontane dette la Sorzaina e del Muschio.

A Marzana l'unica fontana esistente, la Fontana della bocca oltre a dare l'acqua potabile ai residenti muove le ruote dei cinque mulini colà esistenti (per quem molendini quinque existentes in dicto loco Marzane macinantur).

A Grezzana nessun mulino, ma ben tre fontane: La Fontanella, nei pressi  degli Oliboni,  la fontana di Cavalo, vicino ai beni di Girolamo Fontana, e quella della contrada de Fredaro nei pressi dei beni degli Allegri.

Nell'elenco del 1589 non poteva mancare la maestosa fontana di Romagnano, oggi perfettamente conservata e utilizzata dalle solertidonne del paese per fare il bucato, perché nessuna lavatrice pulisce meglio della lavandaia che monda i panni nell'acqua della fontana pubblica. Allora i testimoni consultati dal compilatore del compilatore del Campion, dicono che l’acqua della sorgente di Romagnano  nasce sotto i prati di Demonico dalla Piazza  e davanti ai beni di Pietro Viviani

Due fontane sono a disposizione di quelli di Lumiago: il Vajo della Pozza, là dove hanno i loro beni gli Orlandi, e La Fontana di Pavarana, detta anche il Vajo della Volta, vicino alle proprietà dei Ganassini.

Nessun cenno viene fatto dei mulini di Zago (Azzazo): l’acqua delle tre fontane serve solo per l'uso alimentare e igienico degli abitanti. Sono le tre fontane delle contrade Villa, Cerzuni e Vagialto.

La fontana di Saleto e quella vicino alle proprietà dei Todeschini sono usate dagli abitanti di Casale, mentre quelli di Rosaro si avvalgono della Fontana vecchia di Rosaro, nella zona che allora era una specie di feudo della famiglia Orti.

Alcenago ha una sorgente presso la contrada Vigo e un'altra, ben più importante, che fornisce acqua più abbondante che nasce dalla Montagna detta delle sette fontane e poi alimenta un canale che serve i mulini della zona per poi scendere verso Stallavena, dove ben cinque mulini possono macinare solo per l'energia fornita da questa acqua. Come sostengono il massaro (Ottavio Clementi) e i consiglieri del Comune (Matteo Simbenati e Bernardino de Pretis) questa acqua dopo essere disponibile per i mulini e per gli abitanti, viene usata anche per irrigare i prati nei tempi stabiliti dal Comune.

Infine le fontane di Lugo, il territorio della Valpantena più ricco d’acqua, sulla quale ha costruito il suo sviluppo. Anche la descrizione delle cinque fontane si fa più puntuale nel documento del 1589.

La Fontana del Fredaro (riprende quel nome che era stata data a una fontana nella zona di Grezzana, certamente così chiamata per la temperatura più bassa delle acque che sgorgavano in quei due siti) che nasce dai monti di Fane e scorre per il paese di Lugo. Pure la sorgente di Spionca, nella parte settentrionale del borgo, ha la sua origine sui monti di Fane, alimenta i mulini ad acqua e poi anche il lavello del paese.

 La Fontana della Val de l'acqua serve i mulini e poi la villa di Lugo, alla quale arriva anche l'acqua proveniente da un'altra piccola sorgente di Coda, nel territorio di Alcenago. Da ultimo è citata la quinta sorgente, detta la Fontana di Nogare (dal nome della contrada più meridionale del paese), proveniente dalle colline sovrastanti nei pressi della contrada di Coda di Alcenago.

La grande fontana mai realizzata






Alla fine degli anni Venti del Novecento, il famoso architetto veronese Ettore Fagioli disegnò a mano (come, ovviamente, si faceva allora) uno splendido progetto di una fontana che non fu mai realizzata (probabilmente per la scarsità di fondi), e che sarebbe dovuta sorgere nel cuore del paese di Grezzana, nell'attuale piazza Carlo Ederle.
Così si può leggere sul disegno custodito gelosamente nel rinnovato archivio storico comunale grezzanese dal professor Fernando Zanini: «L'anno VII dell'era fascista, essendo podestà di Grezzana Ottorino Cornetti, compiuto l'auspicato acquedotto, venne eretta questa fontana a spese del Comune e di privati cittadini su disegno dell’Arch. Ettore Fagivoli».
La fontana resta ancora un sogno nel cassetto, ma vista la maestosità e la bellezza del progetto (il manufatto avrebbe raggiunto quasi i tre metri di altezza, ndr), sarebbe un peccato lasciarla su un foglio di carta e non “regalarla” alla comunità di Grezzana e della Valpantena

Fonte: srs di Bruno Avesani e Fernando Zanini  per il Pantheon di gennaio-febbraio 2010


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