mercoledì 24 marzo 2010

Cristiani Pakistani rifiutano di convertirsi: marito bruciato vivo, moglie stuprata dalla polizia




Arshed Masih, 38enne cristiano pakistano, è deceduto ieri sera 22 marzo, alle 7.45 ora locale  per le gravissime ferite riportate. La famiglia chiede che venga eseguita l’autopsia prima dei funerali. Associazioni cristiane e attivisti per i diritti umani manifestano all’esterno dell’ospedale. Leader cattolico: il governo federale e provinciale non punisce i colpevoli.
Islamabad (AsiaNews) – È morto ieri sera in ospedale per le gravissime ferite riportate – ustioni sull’80% del corpo – Arshed Masih, 38enne cristiano pakistano, bruciato vivo perché ha rifiutato di convertirsi all’islam.
I funerali dell’uomo, deceduto dopo tre giorni di agonia, dovrebbero svolgersi nel tardo pomeriggio di oggi, ma la famiglia chiede che “prima venga eseguita l’autopsia”. La comunità cristiana pakistana condanna “con fermezza” l’ennesimo episodio di violenza e denuncia la “lentezza” del governo federale e provinciale nel punire i responsabili.

Il 19 marzo scorso un gruppo di estremisti islamici ha bruciato vivo Arshed Masih, autista alle dipendenze di un ricco uomo d’affari musulmano di Rawalpindi. La moglie lavorava come domestica nella stessa tenuta, situata di fronte a una caserma di polizia. Negli ultimi tempi erano emersi dissapori fra il datore di lavoro, Sheikh Mohammad Sultan, e la coppia a causa della loro fede cristiana. I coniugi avevano subito minacce e intimidazioni perché si convertissero all’islam.

Arshed Masih (nella foto) è deceduto ieri sera alle 7.45 ora locale dopo tre giorni di agonie e sofferenze all’ospedale della Sacra famiglia a Rawalpindi, provincia del Punjab. La moglie Martha Arshed è stata stuprata dai poliziotti ai quali voleva denunciare le violenze inflitte al marito. I tre figli della coppia – dai 7 ai 12 anni – sono stati costretti “con la forza” ad assistere ai supplizi inflitti ai genitori.

Dal 2005 Arshed Masih e la moglie lavoravano e vivevano nella tenuta di Sheikh Mohammad Sultan. Le pressioni perché abbandonassero il cristianesimo, negli ultimi tempi, si erano fatte incessanti. Il padrone era giunto persino a minacciare “terribili conseguenze”, per convincerli ad abbracciare l’islam. I coniugi erano stati anche accusati di un furto avvenuto di recente nella villa dell’uomo, il quale ha promesso di lasciar cadere la denuncia in caso di conversione.

I funerali di Arshed Masih si dovrebbero svolgere nel tardo pomeriggio di oggi, anche se nella zona resta alta la tensione. Testimoni locali riferiscono ad AsiaNews che “l’intera famiglia è sotto shock e chiede che venga eseguita l’autopsia prima delle esequie”. Numerose associazioni cristiane e attivisti per i diritti umani – fra cui Life for All, Christian Progressive Movement, Pakistan Christian Congress and Protect Foundation Pakistan – “stanno attuando manifestazioni di protesta all’esterno dell’ospedale”.

Peter Jacob, segretario esecutivo di Giustizia e pace della Chiesa cattolica pakistana (Ncjp), esprime ad AsiaNews “la più ferma condanna” per i delitto dell’uomo e lo stupro della donna, perpetrato da poliziotti che dovrebbero tutelare l’ordine e la legalità. L’organismo cattolico si è attivato per garantire tutela alla donna e ai figli, dei quali non si hanno al momento notizie.

L’attivista cattolico sottolinea con rammarico il silenzio del Ministro federale per le minoranze, il cattolico Shahbaz Bhatti, e denuncia “la lentezza e l’immobilismo del governo federale e provinciale”. “L’esecutivo – sottolinea Peter Jacob – non ha ancora compiuto passi concreti per impedire violenze e abusi sulle minoranze e punire i colpevoli”.  

Il sito BosNewsLife.com aggiunge che ieri il governo provinciale del Punjab ha bloccato marce di protesta dei cristiani, con il pretesto di “minacce terroristiche”. La comunità locale intendeva dimostrare contro il “rifiuto” della polizia di arrestare i colpevoli del crimine.


Fonte: srs di di Fareed Khan  da Asianews del  23,03,2010

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PAKISTAN- Rawalpindi: sepolto il cristiano bruciato vivo. La polizia avrebbe appiccato il fuoco






Fra imponenti misure di sicurezza, si sono svolti oggi i funerali di Arshed Masih. Il silenzio dei media pakistani e del governo sulla vicenda. Fonti di AsiaNews denunciano il tentativo di depistaggio e rivelano le ultime parole della vittima: “la polizia mi ha dato fuoco” seguendo le istruzioni del datore di lavoro musulmano. In passato la moglie più volte violentata dagli agenti.
Rawalpindi (AsiaNews) – Si sono svolti oggi a Rawalpindi, fra imponenti misure di sicurezza, i funerali di Arshed Masih, 38enne cristiano pakistano, bruciato vivo perché ha rifiutato di convertirsi all’islam. Centinaia di persone hanno partecipato alle esequie, fra cui membri della società civile e rappresentanti delle Ong. Finora la polizia non ha arrestato nessuno fra i presunti responsabili e non si registrano iniziative del governo federale e dal Ministero per le minoranze. Nel frattempo emergono ulteriori dettagli sul delitto: una fonte bene informata riferisce ad AsiaNews che sarebbe stata la polizia a appiccare il fuoco all’uomo, seguendo le “istruzioni” impartite dal datore di lavoro di Arshed Masih.

Il 38enne cristiano pakistano, sposato e padre di tre figli dai 7 ai 12 anni, è morto il 22 marzo scorso in seguito alle gravissime ferite riportate durante l’assalto. Egli presentava ustioni sull’80% del corpo e fin dall’inizio i sanitari avevano escluso possibilità di salvezza. A scatenare la violenza dei suoi assalitori, il rifiuto dell’uomo e della moglie di convertirsi all’islam.

Peter Jacob, segretario esecutivo di Giustizia e pace della Chiesa cattolica pakistana (Ncjp), conferma ad AsiaNews “la più ferma condanna per quest’atto brutale” e sottolinea che “un nostro gruppo di indagine ha raggiunto Rawalpindi e ha avviato una inchiesta parallela sui fatti”. Egli aggiunge che “a breve diffonderemo un documento, previa opportuna verifica di tutti gli elementi”. L’attivista denuncia infine, con rammarico, il silenzio dei media pakistani sull’incidente e la mancanza di iniziative del governo federale e dal Ministero per le minoranze.

Intanto cominciano a circolare voci secondo cui Arshed Masih si sarebbe dato fuoco da solo, per protestare contro le ripetute violenze e torture della polizia ai danni della moglie, Martha Arshed. Gli abusi sarebbero avvenuti nella stazione di polizia, dove la donna è stata convocata a più riprese dagli agenti dopo la denuncia di furto presentata da Sheikh Mohammad Sultan, datore di lavoro della coppia cristiana. Nella casa del ricco uomo d’affari musulmano è sparito denaro contante per un valore di 500mila rupie (circa 6mila dollari).

Fonti cristiane di AsiaNews in Pakistan smentiscono la versione, sottolineando che alcuni “elementi” mettono in dubbio le violenze sessuali e ribaltano la realtà dei fatti “per scagionare il datore di lavoro e gli agenti di polizia”. Un testimone oculare, presente in ospedale quando Arshed Masih – ancora cosciente – ha raccontato gli eventi agli investigatori, riferisce che “è stata la polizia ad appiccare il fuoco” sul corpo dell’uomo. La vittima avrebbe anche aggiunto che “la polizia ha eseguito le istruzioni di Sheikh Mohammad Sultan, presente sulla scena insieme ad altri estremisti”.

Dal 2005 Arshed Masih e la moglie lavoravano e vivevano nella tenuta di Sheikh Mohammad Sultan. Le pressioni perché abbandonassero il cristianesimo, negli ultimi tempi, si erano fatte incessanti. Il padrone era giunto persino a minacciare “terribili conseguenze”, per convincerli ad abbracciare l’islam. I coniugi erano stati anche accusati di un furto avvenuto di recente nella villa dell’uomo, il quale ha promesso di lasciar cadere la denuncia in caso di conversione.

Il sito BosNewsLife.com riferisce che l’uomo d’affari musulmano non ha voluto rilasciare commenti sul delitto. Tuttavia alcuni testimoni oculari lo hanno visto nei pressi del luogo dove si è verificato l’incidente, ma non è chiaro se ha partecipato in modo attivo all’attacco. I figli della coppia – aggiunge il sito – dormono in ospedale perché sono senza casa. La madre è ancora in stato di shock e non è in grado di parlare.

           
Fonte:  srs di di Fareed Khan  da AsiaNews.it del 24/03/2010

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