domenica 14 novembre 2010

False notizie su Zaia ed escort, il gip oscura un sito Internet.

La pagina con la notizia poi rimossa dalla procura 


Corrieredelveneto.corriere.it/
GOSSIP ONLINE  Indagato per diffamazione a mezzo stampa un vicentino di 42 anni vicino ai «venetisti», responsabile di Gaxetaveneta.com. Fojadelli: fatti infondati

VENEZIA - È stato oscurato dal Gip di Treviso, su richiesta della procura della Repubblica, un sito dove erano apparse delle notizie relative a presunte frequentazioni di «escort» da parte del presidente del Veneto Luca Zaia nei giorni dell’alluvione. Il responsabile del sito, un uomo di 42 anni residente nel Vicentino, indicato come vicino a movimenti «venetisti», risulta indagato per diffamazione a mezzo stampa. Gli incontri, come riportava il sito, si sarebbero svolti a Cison di Valmarino (Treviso) e di questi avrebbe parlato Nadia Macrì. Nel corso di una conferenza stampa in questura, lo stesso procuratore della Repubblica Antonio Fojadelli ha però definito totalmente infondate le notizie diffuse dal sito e indicato che il presidente veneto nei giorni indicati per gli incontri era da tutt’altra parte impegnato in attività pubbliche e private, legate soprattutto all’emergenza maltempo.

IL SITO - Il sito gaxetaveneta.com, era stato registrato in Islanda da un provider di nazionalità armena, legato all’indagato, secondo quanto si apprende, da un servizio di traduzioni di testi dal dialetto veneto all’armeno e viceversa. Al vicentino, nel corso di una perquisizione domiciliare, sono stati sequestrati due pc, presumibilmente utilizzati per la pubblicazione dello strumento informativo via web.

ZAIA: RINGRAZIO GLI INQUIRENTI - «Ringrazio per la correttezza dimostrata in questi giorni il procuratore della Repubblica di Treviso Antonio Fojadelli, il questore Carmine Damiano e i loro uomini. Non hanno lasciato possibilità di ombre od equivoci sui miei comportamenti personali. Hanno liquidato le infamie che un sito internet aveva diffuso contro di me e si è già provveduto ad oscurarlo». Lo dichiara il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia.    (Ansa)

Fonte: Corriere del Veneto del 11 novembre 2010


Nella Regione delle banane

Nella Regione delle banane a volte succedono cose veramente strane. E quanto riportiamo qui sotto può spiegare, almeno in parte, come nel 2010, 36 ore di pioggia possano allagare mezza Regione delle banane.

Capita di leggere, ieri 11 novembre 2010, su il Corrieredelveneto.it http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2010/11-novembre-2010/false-notizie-zaia-ed-escort-gip-oscura-sito-internet-1804151062827.shtml di una “disavventura” accorsa al celhoduro Zaia. In poche parole, un sito internet “veneto”, Gaxetaveneta.com, avrebbe pubblicato uno scoop da urlo: Zaia, secondo “El giornàl dei Vèneti”, avrebbe avuto rapporti sessuali a pagamento con la escort Nadia Macrì, la stessa del Berlusca e del Brunetta. Una notiziona insomma. Che però parrebbe essere falsa. E così, sempre sul Corrieredelveneto.it di ieri, si poteva leggere che la procura di Treviso è intervenuta subito: “È stato oscurato dal Gip di Treviso, su richiesta della procura della Repubblica, un sito dove erano apparse delle notizie relative a presunte frequentazioni di «escort» da parte del presidente del Veneto Luca Zaia nei giorni dell’alluvione. Il responsabile del sito, un uomo di 42 anni residente nel Vicentino, indicato come vicino a movimenti «venetisti», risulta indagato per diffamazione a mezzo stampa. Nel corso di una conferenza stampa in questura, lo stesso procuratore della Repubblica Antonio Fojadelli ha però definito totalmente infondate le notizie diffuse dal sito”.

Bene, tutto a posto allora. E invece no. Perchè questa mattina 12 novembre 2010, ore 6.50, ci è scivolato per sbaglio il ditino sul link del sito indagato e…PUFF…magicamente si è aperto tranquillamente e abbiamo potuto leggere tutto l’articolo incriminato, abbiamo potuto copiarlo e quindi pubblicarlo qui di seguito:

«Il presidente del Veneto tra le persone citate da Nadia Macrì, interrogata dai giudici di Palermo. La donna: 5.000 euro, tanti regali e incontri a Castelbrando.

VENEZIA – Non avrebbe avuto rapporti sessuali a pagamento soltanto con il premier italiano Silvio Berlusconi, ma anche con il presidente del Veneto Luca Zaia. La escort Nadia Macrì, amica e confidente dell’ex assistente parlamentare Perla Genovesi, che sta collaborando con la procura di Palermo nell’indagine sui presunti festini a base di sesso e droga che coinvolgerebbero il presidente del Consiglio, ha infatti chiamato in causa anche il governatore del Veneto. Secondo la ricostruzione fatta dalla stessa Macrì durante un interrogatorio «secretato» con i giudici palermitani, la donna avrebbe avuto diversi rapporti sessuali con Zaia in cambio di soldi e regali. La somma era di 1.000 euro a incontro, per almeno 5 incontri. La ragazza sarebbe stata presentata a Zaia dal ministro Brunetta sarebbe stata introdotta nel giro delle «feste del premier », ma dopo qualche telefonata il ministro avrebbe deciso di interrompere i rapporti. Di certo l’ex cubista Nadia Macrì, oggi 28enne, ha sicuramente conosciuto Brunetta tramite la Genovesi nel 2006, a causa di un problema giudiziario per l’affidamento del figlio: in quell’occasione, Brunetta l’aveva messa in contatto con l’avvocato Carlo Taormina, che però poi si era disinteressato della vicenda e non si è mai presentato alle udienze in tribunale.

La cosa clamorosa scoperta però dai nostri inviati è che il presidente del Veneto avrebbe passato con la ragazza anche l’ultimo fine settimana, proprio nel mezzo del pericolo di allarme per quella che poi sarebbe stata la tragica alluvione di gran parte del Veneto. Nadia Macrì infatti ci riferisce che tutta la giornata di sabato e domenica sempre a Castelbrando il presidente Luca Zaia è stato impegnato con lei e altre ragazze per una festa a base di castagne e vino. «Niente sesso questa volta però: abbiamo solo giocato», ci rassicura la Macrì.

Ci viene il sospetto che questo sia stato il reale motivo per cui i bollettini drammatici dell’ARPAV di quelle ore – e che riportiamo di seguito – che preannunciavano il disastro imminente sono stati ignorati. Un nostro inviato ha ripetutamente chiesto al presidente Zaia di commentare tali indiscrezioni dell’escort Nadia Macrì, ma il governatore si è trincerato dietro un rigoroso “no comment”.»

«ARPAV
Dipartimento per la Sicurezza del Territorio. Centro Valanghe di Arabba
DOLOMITI METEO per le Dolomiti e Prealpi Venete emesso Sabato 30 Ottobre 2010 alle ore 12.00

LUNEDÌ 1: tempo fortemente perturbato con precipitazioni diffuse e continue, forti sui settori prealpini, anche a carattere di rovescio, con intensità minori spostandosi verso Nord. Limite neve fra i 2000/2300 m. Nel corso dell’intero evento, compreso martedì, si potranno registrare mediamente 200/350 mm su Prealpi a decrescere verso Nord fino a 80/130 mm sulle Dolomiti Nord. Accumuli nevosi abbondanti oltre i 2200/2400 m, dove potranno cadere dai 60 ai 150 cm di neve fresca.

e ancora domenega matina:

DOLOMITI METEO  per le Dolomiti e Prealpi Venete emesso Domenica 31 Ottobre 2010 alle ore 12.00

LUNEDÌ 1: tempo fortemente perturbato con precipitazioni diffuse e continue (100%), anche intense sui settori prealpini e sulle Dolomiti meridionali, per lo più moderate altrove. Limite neve sui 2200/2400 m. Considerando le intere giornate di domenica e lunedì, gli apporti di pioggia saranno notevoli, mediamente di 150/250 mm con punte che potranno avvicinarsi ai 350/400 mm sulle Prealpi; mentre tali quantitativi andranno via via decrescendo verso Nord, non superando i 70/90 mm sulle Dolomiti più settentrionali. Oltre i 2400/2500 m, la neve cadrà copiosa con cumuli di 60/80 cm di fresca, localmente fino a 100/150 cm alle quote più alte.»


Insomma, dopo la bella conferenza stampa tenuta in questura, dopo le parole rassicuranti del questore sull’oscuramento della Gaxetaveneta.com, dopo i ringraziamenti del celhoduro Zaia («Ringrazio per la correttezza dimostrata in questi giorni il procuratore della Repubblica di Treviso Antonio Fojadelli, il questore Carmine Damiano e i loro uomini. Non hanno lasciato possibilità di ombre od equivoci sui miei comportamenti personali. Hanno liquidato le infamie che un sito internet aveva diffuso contro di me e si è già provveduto ad oscurarlo») la verità è che il sito “incriminato” ad ora non è stato per nulla oscurato ed è accessibile tranquillamente.

Delle due l’una: o viviamo veramente oramai nella Regione delle banane o quello che riporta la Gaxetaveneta.com è vero. La terza ipotesi (viviamo nella Regione delle banane e la Gaxetaveneta.com riporta il vero) non vogliamo nemmeno pensarla.

Comunque sia, su tutto questo increscioso accadimento abbiamo chiesto un parere al nostro opinionista veneto esclusivo, Laverde Verona, che così si è espresso: “ma andasì in mona”.
(di Generazione Italia Verona)


Fonte: Da Generazione Italia  Verona dei 12 novembre 2010
Fonte: Arpav,  Dolomiti Meteo


Regione delle banane bis

Dopo la nostra segnalazione di ieri, è stato oscurato oggi il sito gaxetaveneta.com

Rimane lo spettacolo di un Zaia in conferenza stampa che, ringraziando le Istituzioni prodighe di attenzioni alla sua reputazione, si auto-sputtana pubblicizzando il corpo del reato; di Istituzioni che non fanno quello che ampliamente enunciano con conferenze stampa; di giornalisti che non verificano le notizie che vengono date da politici e Istituzioni.

Se non è Regione banana questa …
(di Generazione Italia Verona)

Fonte: Da Generazione Italia  Verona dei 13 novembre 2010


LUCA ZAIA CO I VENETI, a xèra òra

Cercando qualche traccia rimasta su Google di Gaxetaveneta.com  per comprenderne    la filosofia e il pensiero, ho trovato  un post, che mi  fa pensare che qualcuno,  “percepito poco ha.”


«Finalmente, on ato de gran coràjo, solo contro tùti rivendica l’identità Vèneta. La Venèsia ai Vèneti! A xe justo darne naltri la posibilità de laoràr a nàltri pòpolo natìvo. Fin deso la politega taliàna la xé sta de farne emigràr e far ciapàr i posti d elaòro ai foresti. Basta, fa in tuto el resto del mondo, vanti tùto el laòro a chi ca xé nasesto inte la Venèsia e ca porta vanti la coltùra e lengoa Vèneta. I foresti sa ghe xe pòsto. Na svòlta nesesària pa inpedìr ai xòveni Vèneti de scanpàr in serca de fortùna, inte na italia ca la ne oprìme e mete al poder sènpre i taliàni.

Lùca Zaia el rìscia la vìta, el ga contro tùto e tùti, i lo ga xà minasà de mòrte. faràlo la fìne de Luther King, de Ghandy, de Lincoln, de Kennedy, de Ràbin? Naltri dixèmo : mèjo morìr in pìe ca inxenocià.

C’è la bandiera con il leone, c’è l’inno, ci sono gli ambasciatori. Ma ci sono soprattutto “i veneti”, che vengono prima di tutti gli altri. La maggioranza di centrodestra, guidata dal leghista Luca Zaia presenta la bozza dello statuto regionale, ed è subito polemica. Il presidente è stato di parola: “Prima i veneti” era lo slogan della sua campagna elettorale che l’ha portato a stravincere le elezioni, ma adesso quello slogan potrebbe diventare uno dei punti di forza dello statuto. Basta leggere l’articolo 4 (comma 6): “La Regione si adopera in particolar modo a favore di tutti coloro che dimostrano un particolare legame con il territorio”. Tradotto significherà avere una corsia preferenziale nei bandi per la casa, nei concorsi e così via.

Del resto l’articolo in questione è coerente con la politica leghista, un po’ meno con quella del Pdl, ma la bozza dello statuto è ora nero su bianco, come annuncia euforico lo stesso Zaia: “Prima il Veneto: è evidente nel testo questo principio che ispira la nostra azione politica, che non è affatto sinonimo di egoismo, ma della volontà di riconoscere la nostra identità. Siamo a uno spartiacque cruciale nella storia del Veneto  -  annuncia  -  con questo statuto abbiamo l’occasione di dare al popolo veneto la sua Carta fondamentale, e di fare della nostra regione un avamposto di modernità che abbia come suo faro illuminante il federalismo e le sue radici nell’identità    condivisa della nostra comunità. È uno di quei momenti in cui un governatore può dire di essere orgoglioso della sua squadra”.

Già, governatore. È l’altra novità contenuta nello statuto. La parola nuova: non più presidente della Regione, come sta scritto nella Costituzione, bensì governatore. Il Veneto come la Catalogna. Una volta scelto l’inno e gli ambasciatori, il governatore potrà contare su uno statuto che gli offre la possibilità di mettere la fiducia, per rendere più agevole l’azione di governo e scongiurare l’eccesso di manovre ostruzionistiche da parte dell’opposizione. L’obiettivo di Zaia è approvare lo Statuto entro marzo 2011. “Se entro un anno non approviamo lo statuto, mi dimetto”, aveva detto all’indomani dell’incoronazione. Il conto alla rovescia è partito, anche se questa bozza arriva dieci anni dopo la prima, presentata con altrettanto entusiasmo dall’ex presidente della Regione Giancarlo Galan – rivale in tutto e per tutto di Zaia – si vantò di essere stato il primo in Italia a tagliare il traguardo. La realtà è che oggi il Veneto, assieme a Molise e Basilicata, è l’unica Regione a non avere ancora la sua “carta”.»


Fonte: da Gaxetaveneta.com del  13 agosto 2010


GAXETAVENETA.COM.  LE REGOLE DEL WEB.  TUTT’ALTRO CHE SPROVVEDUTO IL PERSECUTORE DEL PRESIDENTE

Raffaele Serafini come Julian Assange.  Gaxeta Veneta come Wikileaks, il sito internet che ha reso noti una marea di documenti sgraditi all'amministrazione Obama sulla guerra in Iraq e in Afghanistan.
Serafini, come Assange, ha registrato il suo sito in Islanda. Un "paradiso della rete libera".
Non solo: nell'isola il diritto di espressione è talmente tutelato che Serafini potrebbe perfino far causa in un tribunale islandese a chi ha chiesto il sequestro del sito.
Il titolare di Gaxeta Veneta ha dimostrato di conoscere bene le norme internazionali: sia la registrazione in Islanda sia il posizionamento in Armenia del server (il computer nel quale è "depositato" il sito) non sono stati casuali.
Il magistrato italiano potrebbe anche chiedere che un collega islandese o armeno dia l'ordine di oscuramento, ma l'operazione avrebbe lo svantaggio di essere quasi sicuramente inutile, visto che Islanda e Armenia hanno leggi che mettono al riparo Serafini.
L'unica soluzione resta il cosiddetto “filtraggio del dns” da parte dei provider italiani.
In parole semplici: la magistratura può ordinare alle società che forniscono la connessione a internet in Italia di “bloccare” su tutto il territorio nazionale il segnale che proviene dall'Armenia. Aggiramenti di quell'oscuramento sarebbero ancora possibili ma per pochi veri esperti.
E la questione giuridica sulla legittimità del sequestro potrebbe non essere ancora chiusa al di là del fatto che quell'articolo diffami o meno Zaia.  
Spiega l'avvocato Elvira Berlingieri, una delle maggiori esperte italiane di diritto della rete: "Non conosco il provvedimento del gip, ma, secondo il codice di procedura penale le misure cautelari, come quella di cui parliamo, sono tipiche, ossia devono essere esplicitamente previste. E il filtraggio del dns, se questo è ciò che ha ordinato il giudice, non lo è". Come dire che, nonostante i provider abbiano l'obbligo di eseguire il decreto, un ricorso di Serafini contro il sequestro potrebbe essere accolto.

Fonte: Il Gazzettino.it    di  Domenica 14 Novembre 2010,


Censura e Assenze: lo “strano caso” delle false escort, dell’immagine di Zaia e di censure a siti di satira veneta, nel pieno del dramma dell’alluvione

Ma dove è stato il Governatore nei due giorni iniziali del disastro in Veneto?

n questi giorni lo stato italiano ha applicato una rapidissima ed efficientissima censura ad un sito internet scritto in lingua veneta – www.gaxetaveneta.com – che riportava presunte rivelazioni di una escort a proposito di frequentazioni con il governatore del Veneto Luca Zaia. Parliamo di censura e non di oscuramento come riferiscono i giornali, perché in realtà il sito internet è vivo e vegeto e continua a pubblicare le notizie come se nulla fosse. Solo che probabilmente è stata applicata la tecnica di ip filtering, ovvero il sito non è navigabile solo in Italia, che sta cercando di applicare la censura applicata dalla Cina di filtraggio per i soli cinesi di contenuti internet scomodi per il regime. L’ip filtering richiede però tempo perché sia applicato da tutti i provider italiani e quindi qualcuno può ancora vedere il sito in questione.
In soldoni, ci pare che gaxetaveneta.com sia una specie di dagospia.com, solo che in lingua veneta e non in italiano. Ovvero una versione on line di Novella 2000, giusto per capire il genere.
Insomma, ci pare un pò esagerato applicare una censura così complicata da un punto di vista tecnico per qualcosa che forse sarà stato visto da 20 persone. Un sito di satira, solo che scritto interamente in Veneto.
Allora ci viene spontaneo pensare che forse c’è dell’altro.
La nostra mente va a quei giorni, allora e siamo andati a curiosare nella rassegna stampa della Regione Veneto, che è sempre ricchissima di informazioni su tutto, dalle fiere alle questioni importantissime come la modifica allo statuto regionale, oppure alle decisioni sui tagli di bilancio eccetera.
Abbiamo quindi notato una strana cosa, che vi riportiamo nelle immagine allegate (immagine 1 e immagine 2).
Tra il 29 ottobre e il 1° novembre non ci sono stati comunicati ufficiali del presidente Zaia e di nessun altro rappresentante. Insomma, c’è stata un’assenza totale di comunicazione istituzionale nel pieno dramma dell’alluvione.
Solo il 1° novembre viene registrato un comunicato tardivo dell’assessore Ciambetti e uno a cose già avvenute del presidente Zaia stesso.
Insomma, l’istituzione nel pieno del dramma era assente, almeno nella comunicazione.
Se era assente, allora come veneti è normale che ci domandiamo: ma dov’era Luca Zaia in quelle ore? Assodato che non fosse a fare i festini di cui parla la gaxetaveneta.com, ci chiediamo perché per due giorni la massima carica del Veneto ha taciuto sul dramma in corso.
Se questo fosse avvenuto in qualsiasi Paese civile, che ne so, la Svezia, la Germania, gli Stati Uniti, l’Olanda, o l’Austria, il loro presidente sarebbe stato messo in croce dagli organi di informazione e dall’opinione pubblica. Se invece un evento del genere fosse capitato in Iran, allora guai a chi avesse osato mettere in discussione l’immagine di Ahmadinejad. Sicuramente ci sarebbe stata una fatwa,  contro per esempio chi osasse pubblicare vignette satiriche e che minavano l’immagine del presidente.
Ecco, questa strana storia di censure fa somigliare il Veneto (occupato dall’Italia) più all’Iran, che alla Svezia, alla Germania, agli Stati Uniti, all’Olanda, o all’Austria. La sua immagine pare addirittura più preziosa da difendere di quella del premier Berlusconi, quasi che Zaia sia più importante per l’Italia del capo del governo!
Allora dato che noi non vogliamo un Veneto che assomigli all’Iran, domani sabato 13 novembre saremo a Vicenza a alla fiaccolata (partenza da piazza Castello alle ore 16, l’evento è anche su facebook) in solidarietà dei nostri fratelli veneti colpiti dall’alluvione, la cui notizia è stata ignorata dai media italiani per una settimana, dal governo e dallo stato italiano per otto giorni e dalla Regione per due giorni.
Facciamo tutti in modo allora che i veneti sensibili che parteciperanno siano numerosi, e che portino i loro familiari a i loro amici!

Fonte: da  Press News Veneto del 12  novembre 2010




E ora Zaia rischia una denuncia da Gaxetaveneta.com!

Difendiamo la libertà di espressione messa in pericolo dalla Lega oscurantista

La notizia è avvalorata anche da un articolo pubblicato nel Gazzettino di oggi. È possibile una procedura giudiziaria internazionale che metterebbe in grossa difficoltà la procura della Repubblica di Treviso, la questura di Treviso e, dulcis in fundo, il Presidente del Veneto Luca Zaia.
Il fatto è quello noto e arcinoto della indagine per diffamazione per un articolo pubblicato dalla Gaxeta Veneta sulle presunte frequentazioni di Luca Zaia con delle escort.
Al di là del fatto in sé, ciò che ora emerge è la sproporzione tra lo stesso e l’azione intrapresa proprio dagli organi inquirenti italiani e speriamo non sollecitati dallo stesso Luca Zaia. Un sospetto viene anche sul ruolo decisivo svolto dal ministero degli Interni, che è sempre a guida leghista, con Roberto Maroni, amico di lunga data del governatore del Veneto.
La domanda che circola in queste ore è: è forse partita una telefonata di troppo da Roma per fare pressioni sul procuratore Fojadelli per dare massima urgenza all’affaire Zaia? È stato forse raccomandato alla procura di usare la “mano forte”? Il sospetto è venuto in modo naturale, anche dalle durissime righe del provvedimento di perquisizione dell’abitazione del giornalista di gaxetaveneta.comin cui addirittura si richiedeva di cercare armi e bombe! Il profilo adottato insomma sembra proprio quello tipico dei casi di terrorismo. Solo che non di terrorismo trattasi, ma di una semplice (e tutta da appurare) presunta diffamazione a mezzo stampa. Cose che ogni giorno nei giornali italiani si verificano a badilate.
Ma non per questo quei giornali vengono chiusi e le abitazioni dei giornalisti vengono messe a soqquadro, con perquisizioni sommarie e arresto, o accompagnamento coatto in questura.
Il fatto è che se tutto ciò può essere possibile nella repubblica italiana delle banane, l’evidente sproporzione e abuso di potere non passa inosservata in un Paese libero e civile come quello in cui il sito internet della Gaxeta Veneta è registrato, ovvero l’Islanda.
Tanto che, come ribadisce oggi anche il Gazzettino, nell’isola il diritto di espressione è talmente tutelato che gli autori della Gaxeta Veneta  possono perfino far causa in un tribunale islandese a chi ha chiesto il sequestro del sito e a chi l’ha sollecitato, magari abusando della propria posizione.
Non tutto il mondo è Italia, per fortuna!
Per quanto ci riguarda, al di là della fondatezza o meno dell’articolo della discordia su cui non ci pronunciamo, Press News Veneto dimostra la propria piena solidarietà alla Gaxeta Veneta per l’ingiusta persecuzione politico-giudiziaria di cui è fatta oggetto, degna del peggior regime dittatoriale.
Noi non vogliamo che il Veneto assomigli all’Iran e questa brutta storia ci fa avvicinare proprio a quel modello di “democrazia” confessionale, in cui chi tocca il presidente “muore”.
Noi vogliamo vivere in un Veneto Stato in cui la libertà di espressione non sia mai messa in discussione, neanche se ad essere tirato in ballo dovesse essere il suo presidente, neanche se si trattasse di punire una diffamazione. Per quel tipo di cose esistono le multe, non i provvedimenti da polizia politica leghista!

Fonte:  da Press News Veneto del 14 novembre 2010


Nessun commento: