domenica 30 gennaio 2011

Vittoriano Guareschi: «Vi presento la moto di Valentino Rossi»


C'è aria nuova in Ducati. Vittoriano Guareschi, reduce da tre giorni di test a Jerez, è felice e motivato in vista della stagione 2011 che vedrà al via sulla Ducati Desmosedici Valentino Rossi. Il pilota di Tavullia dopo il test di Valencia, nei giorni successivi l’ultima gara del 2010, ha chiesto alcune modifiche alla moto e subito il reparto corse ha sfornato novità che hanno richiesto il ritorno in sella del «Vitto» che in alcune occasioni si sdoppia nel ruolo di team manager e tester del team.
Con Guareschi ha girato anche Battaini, collaudatore del team, che ha testato l’anti Wheeling, mentre il parmigiano che sulla Desmosedici dal 2002 a oggi ha percorso 80.000 chilometri si è occupato di setting e assetti. Valentino Rossi, il pilota più forte degli ultimi dieci anni, è senz’altro l’arma in più per cercare di conquistare il titolo della MotoGp, ma rappresenta anche una responsabilità.

«Da quando è arrivato Valentino abbiamo gli occhi addosso di tutti - racconta Guareschi -. C’è molta attesa sia da parte dei media che del pubblico. Lui da parte sua è motivato. Quando è arrivato a Campiglio l’ho visto stanco perché non aveva staccato la spina. Solitamente dopo il mondiale si fa sempre un mese di vacanza, ma quest’anno appena finito il mondiale si è operato alla spalla e poi ha iniziato la riabilitazione. Non si è potuto fermare un secondo. Alla fine della settimana invece aveva una nuova faccia: si è trasformato. Inoltre stare con noi gli ha permesso di conoscerci meglio e questo lo ha aiutato. Prima per lui eravamo avversari. Io non ero nemico, anche perché abbiamo corso insieme nel ’94 in Sport Production nello stesso team, però eravamo avversari».

Quanto ha influito Vittoriano Guareschi a portare Valentino Rossi in Ducati?
«In Ducati sono cambiate diverse cose, e in mezzo a queste novità ci sono anch'io. Era dall’inverno scorso che parlavamo, poi quando abbiamo capito che Casey sarebbe andato via abbiamo intensificato i contatti. Poi lui ha capito che in Yamaha non aveva più molto posto e così si è arrivati alla firma».

Il sogno di avere Rossi sulla Rossa di Borgo Panigale è diventato realtà e ora i tifosi sognano il mondiale.
«Con un pilota così l’obiettivo è certamente vincere - dice Guareschi senza giri di parole -. Però il clima è rilassato. Dopo il test di Valencia, tutto lo staff di Vale era tranquillo a partire proprio da lui. Non poteva spingere per il dolore alla spalla, però ci ha dato delle indicazioni importanti da seguire. Anche Jeremy Burgess non si è per nulla allarmato. Anzi, il tecnico australiano, quando è venuto al reparto corse ha detto a me e Filippo Preziosi una cosa molto bella: ''l’obiettivo è vincere. Ma soprattutto quello che vogliamo fare è rendere la Ducati una moto sfruttabile da tutti i piloti''».

Tornando a Rossi: com’è stato l’approccio con il team?
«Vale, quando scende dalla moto racconta le sue impressioni partendo sempre dai lati positivi. Poi alla fine del discorso dice quello che va migliorato. Al contrario, molti altri piloti, appena arrivano al box iniziano a dire quello che non va. È un sistema completamente diverso di ap

Ci sa fare e sa fare gruppo. Inoltre è molto tecnico: solitamente con gli ingegneri elettronici i piloti parlano il meno possibile perché si annoiano a parlare di dati. Lui invece ci tiene molto e addirittura chiede tutte le regolazioni. Ha un modo di lavorare molto preciso e questo gli permette di incamerare dati e la volta successiva sa da che punto esatto partire. Nel test di Valencia ha provato la moto di Stoner e non ha voluto cambiare nulla. Per lui la Ducati è una moto vincente e dunque non bisogna stravolgerla, ma solo perfezionarla. E lo stesso lo pensa Burgess. Entrambi conoscono i pregi della Ducati e per questo non vogliono renderla uguale alla Yamaha, perché così facendo si perderebbero caratteristiche fondamentali».

Nei prossimi test in Malesia cosa proverà Rossi?
«Abbiamo rifatto l’ergonomia della moto lavorando su serbatoio, sella e manubrio. Partirà da lì e poi testerà l’anti Wheeling. Poi potrà testare telaio più morbido e la base delle piastre sterzo e forcellone più flessibili oltre alla forcella di diametro 42. Queste modifiche sono state fatte per dargli più stabilità sul davanti».

Che differenze ci sono tra Stoner e Rossi?
«Entrambi sono molto veloci. Casey ha uno stile che difficilmente si adatta agli altri: frena forte e raddrizza la moto molto alla svelta, quindi ha bisogno di stabilità e trazione. Rossi invece la moto la guida più dolcemente, la violenta meno. Casey è istintivo e in mezzo giro va subito forte. Sa come va la moto, ma al box non sa dire cosa bisogna fare per migliorarla».

Potevate vincere il mondiale 2010?
«Se Stoner in Qatar avesse vinto e non fosse caduto, il mondiale avrebbe preso un’altra piega. Poi a Jerez è caduto e gli è venuto il tarlo dell’anteriore. Abbiamo lavorato tanto per eliminare il problema e alla fine della stagione è tornato Stoner e ha vinto delle gare.” Ora però si pensa al mondiale 2011, mentre la Ducati 2012 che segnerà il ritorno alla cilindrata 1000 gira già al banco. Valentino non sarà al pieno della forma, ma potrà farsi un’idea della nuova moto. La sfida è partita e già dal Qatar, prima mondiale, le sorprese potrebbero arrivare.

Fonte: srs di Filippo Delmonte dalla Gazzetta di Parma  del 22 gen. 2011

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