giovedì 24 febbraio 2011

Giancarlo Zucconelli: «Mio il ritratto del raìs Muammar Gheddafi diventato ufficiale»

Giancarlo Zucconelli con il ritratto di Gheddafi  (FOTO MARCHIORI)

Ha disegnato e dipinto uno dei ritratti più belli del leader libico Muammar Gheddafi ma l'opera sarà per sempre anonima. E questo è il suo grande rammarico: «Non hanno voluto che la firmassi, perché loro, i libici, non avevano bisogno di nessuno: autarchia totale. Pazienza».

Ma la gigantografia che per anni ha campeggiato in tutta la Libia che ritrae il raìs Muammar Gheddafi in grande uniforme, in sella a un cavallo bardato da parata, con finimenti dorati, che si staglia su un campo di grano spuntato nel deserto è nata a Verona. Per la precisione in un atelier del centro storico, dalla matita e dai colori del celebre Giancarlo Zucconelli, vignettista del nostro giornale.

Il retroscena di questo ritratto è raccontato dallo stesso Zucconelli, in arte Zuc.

«Era il 1976», ricorda l'artista, «e una delegazione libica arrivò alla Mondadori di Borgo Venezia per stampare un libro tecnico sull'agricoltura in Libia. Avevano portato anche molte foto del colonnello Gheddafi perché volevano al centro del libro un ritratto a doppia pagina che sintetizzasse l'impegno del loro leader per lo sviluppo dell'agricoltura perfino nel deserto».

E alla Mondadori chiamano Zucconelli, che non disegna solo vignette ma dipinge e fotografa pure, collezionando mostre su mostre. Zucconelli riceve le foto e le indicazioni. «Il risultato è stato questo: Gheddafi in sella a un cavallo con bardature di pregio, di cui mi avevano fornito foto e dettagli, e sullo sfondo un immenso campo di grano che sconfina nel deserto, a testimoniare del miracolo compiuto grazie alle politiche agricole del colonnello. La delegazione libica non volle che firmassi l'opera, perché la Libia non aveva bisogno di nessuno. Il ritratto venne pubblicato nel libro, doppia pagina centrale, e a Gheddafi piacque al punto che ordinò di riprodurlo in decine di migliaia di poster, due metri e mezzo per tre, per tappezzare la Libia».

In quanto tempo riuscì a realizzare il ritratto? «Tre giorni interi. Ma quello che mi richiese più tempo e impegno furono le spighe di grano: non finivano mai...».

Fonte: da L’Arena di Verona di Mercoledì 23 Febbraio 2011, CRONACA, pagina 11(FOTO MARCHIORI)


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