martedì 24 aprile 2012

A VENEZIA PREGA SOLO CHI VUOLE IL QUESTORE



Si chiamava tessera del tifoso, era una specie di patente necessaria per andare allo stadio. Il governo Monti c’ha messo le mani, senza abolirla del tutto, anche se, di fatto, si fa come se non esistesse più: l’hanno capito anche i professori che l’esercizio della libertà personale non può essere limitato dalla sottoscrizione o meno di un contratto con una banca (questo era la tessera del tifoso), rilasciato dopo il placet della questura.
Peccato che non l’abbia capito la Questura di Venezia, che ha vietato al Comitato per la Processione di San Marco (un nome che metterebbe paura anche al Mossad), di svolgere in data 25 aprile, festa di San Marco Evangelista, l’usuale rito di omaggio al protettore della città, spolverando un decreto prefettizio del 2009,  secondo cui il centro urbano dovrebbe essere “sottratto a cortei e manifestazioni politiche”.

Dovrebbe, perché il divieto non è stato applicato, per esempio, alla recente festa padana, con conseguente rito dell’ampolla. Dovrebbe, perché se al posto del Comitato per la Processione di San Marco la richiesta di manifestare l’avesse posta il Comitato amici omosessuali del corpo di San Sebastiano, si potrebbe scommettere che il questore Fulvio Della Rocca non si sarebbe opposto. O che, in caso di opposizione, la stampa italiana e anche quella internazionale ne avrebbero parlato. La stessa stampa che tace sul divieto. La stessa stampa a cui Albert Gardin, organizzatore della manifestazione, vuol consegnare il premio “Benito Mussolini” per la censura.
In attesa dell’intercessione di Moraglia, comunque, Gardin annuncia che, con o senza patente, la Processione di San Marco si farà: “il Comitato ritiene il divieto del questore alla processione un fatto giuridicamente gravissimo e arbitrario, un attentato ai diritti costituzionali sulle libertà di espressione e di manifestazione. Lo stesso Comitato risponderà con una denuncia penale per abuso d’ufficio e manifestazione di razzismo antiveneto”.

Ciò che la Questura non coglie, al di là di tutto, è che la processione di Gardin – che in quanto noto indipendentista non può avere la patente del fedele – non è un evento politico, ma religioso, ragion per cui, fuor di ogni interpretazione, verrebbero a cadere i presupposti del decreto prefettizio (il divieto si applica alle manifestazioni politiche, non religiose o folkloristiche). Non solo: posto che Gardin è un indipendentista, il questore non può  impedirgli di pregare in piazza, né di organizzare veglie o novene. Ecco perché il marcianissimo editore veneziano ha deciso di impugnare la decisione di Della Rocca, di ricorrere alla Corte dei diritti dell’uomo e di scrivere al Patriarca, servendo a quest’ultimo la possibilità di presentarsi con una bella figura.
Come da programma, l’appuntamento è confermato per il 25 aprile, alle ore 15, in piazza San Marco. Seguirà una veglia-preghiera in Basilica con ingresso da Porta Paradiso. E poi tutti a casa. Accorrano numerosi i fedeli, quindi, stiano all’erta: a pregare senza tessera, si rischia un Daspo.


Fonte: srs di di VITTORIA AGANOOR da L’indipendente del 11 aprile 2012


Nessun commento: