mercoledì 17 aprile 2013

AMATO AGLI STUDENTI: “AVRETE PENSIONI MISERABILI E DORMIRETE IN AUTO”






di TONTOLO

Quando penso a Giuliano Amato, fatico a mantenere la calma, il fegato mi s’ingrossa, gli occhi mi si arrossano, le mani mi prudono e l’Apecar mi s’impenna da sola. Il “dottor sottile” fa correre la mia mente a personaggi del calibro di Ronnie Biggs, Jessie James, Adam Worth, con la differenza che se il primo è un rapinatore di Stato – ammantato da un’aurea di legalità – gli altri, malfattori con una dignità decisamente superiore, erano quantomeno costretti a rischiare qualcosa per mettere a segno i loro colpi più clamorosi.

Amato è – per dirla con una famosa metafora di Gianfranco Miglio – un parassita, l’esemplare di Stato per antonomasia che non ha mai prodotto un solo centesimo di ricchezza. Per converso, ha passato il suo tempo a distruggere il benessere altrui, optando arbitrariamente per fare gli interessi di alcuni a discapito di quelli di altri. Il tutto sotto l’ala protettiva – in qualità di consigliere economico – di un altro fenomeno della tangentopoli italiana, il noto cinghialone.

Ogni volta che questo emerito imb…onitore di regime apre bocca, pretende di dare lezioni a qualcuno. Stamane, davanti agli studenti della Luiss ha ammonito i giovani presenti con queste parole: “Tanti di voi si troveranno con una pensione miserabile, con cui non potranno vivere e si troveranno a dormire in auto”.

Ora, detto da uno che si intasca 31.000 euro di pensione farebbe venir voglia di mettere mano al forcone ipso facto. Anche se quella dell’ex primo ministro, già suggeritore di Mortimer Monti, è tutt’altro che una previsione strampalata (non può vantare alcun imprimatur in merito), il solo fatto che a pronunciarla sia uno come lui – che è parte in causa del fallimento del paese – indignerebbe anche il più mansueto dei contribuenti. Macché, Amato anziché vergognarsi di quel che rappresenta alza il ditino e ammonisce, finanche schernendoli, le matricole dell’ateneo romano.

Frederick Douglas diceva che “educare una persona significa renderla inadatta ad essere uno schiavo”. Se gli studenti non l’hanno preso a calci e improperi, vuol proprio dire che stanno bene con una palla al piede, un accessorio perfetto per chi aspira a sprofondare nella putrida melma del pantano italico.

Fonte: srs di Tontolo, visto si L’Indipendenza del 25 marzo 2013


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