martedì 30 aprile 2013

SCAVI SOTTO CASTEL SAN PIETRO,
SPUNTA UN TEMPIO ROMANO




Il nuovo scavo a Castel San Pietro: ritrovato un tempio risalente al 90 avanti Cristo (FOTO MARCHIORI)


REPERTO ECCEZIONALE. Sulla collina in cui è nata Verona viene alla luce un´altra testimonianza dopo la cisterna viscontea. Risale circa al 90 prima di Cristo È il più antico edificio sacro veneto Lavori a rischio rallentamento per il museo di Storia naturale


Sulla collina in cui è nata Verona viene alla luce un'altra testimonianza dopo la cisterna viscontea. Risale circa al 90 prima di Cristo È il più antico edificio sacro veneto. Lavori a rischio rallentamento per il museo di Storia naturale

Spunta un reperto archeologico di eccezionale valore storico-monumentale dagli scavi nell´area di Castel San Pietro, che verrà restaurato per ospitare il Museo civico di Storia naturale. E questo potrebbe rallentare ancora i lavori per sistemare il complesso. Il manufatto rinvenuto è un tempio di epoca romana che, stando a una prima datazione, risalirebbe intorno al 90 avanti Cristo, all´epoca di Silla. Sarebbe il primo tempio monumentale antico trovato nel Veneto.


I RESTI della costruzione sono emersi sottoterra, nella zona fra il castello e le mura dove, secondo il progetto di restauro, dovrebbe essere ricavata la «hall», cioè il salone di accesso del futuro museo. A pochi metri di distanza, fra l´altro, era già stata riportata alla luce l´antica cisterna viscontea. Che pure verrà recuperata per costituire anch´essa una parte della visita del luogo in cui è nata Verona, con i primi insediamenti preromani risalenti all´Età del Ferro e la presenza di un castelliere.
In età romana sulla collina sopra il Teatro sorgeva l´Arx, cioè il luogo sacro e fortificato posto a guardia del passaggio sull´Adige della via Postumia e della città fortificata posta sulle pendici. E in seguito a difesa della città all´interno dell´ansa dell´Adige. Era presumibile e previsto dunque che esistesse un edificio per il culto, in quell´area, ma finora non era mai emerso. Il tempio sarebbe una testimonianza dell´opera del console Silla, che dopo aver vinto la guerra con Mario volle dare prova del potere acquisito. Gli scavi, condotti dalla Soprintendenza per i Beni archeologici del Veneto, con sede a Padova, diretta da Vincenzo Tinè, dovrebbero protrarsi per un altro paio di settimane. Dopo di che si potrà capire in che modo ciò inciderà con il cantiere per il restauro di Castel San Pietro. Dove arriverà anche la funicolare.

LO STESSO progetto per ristrutturare l´ex fortezza asburgica, alla luce del nuovo ritrovamento, potrebbe essere ulteriormente modificato. Come già in parte è accaduto in seguito al rinvenimento della cisterna dell´epoca viscontea (1300-1400). Risalente all´epoca in cui sul colle c´era appunto un castello visconteo, nei secoli successivi quasi interamente distrutto, sulle cui macerie a metà Ottocento sorse quello austriaco. Ormai abbandonato da decenni e venduto dal Comune alla Fondazione Cariverona.


Il presidente della Fondazione Cariverona Paolo Biasi — a margine dell´inaugurazione della mostra AmoPavarotti a Palazzo Forti, proprietà di Cariverona — ricorda che il prosieguo del cantiere a Castel San Pietro dipende appunto dall´autorizzazione della Soprintendenza. Al momento c´è già quello della monumentale, guidata da Gianna Gaudini, e manca appunto quello della archeologica, condotta da Vincenzo Tinè. Un cantiere in continua evoluzione.



Fonte: srs di Enrico Giardini, da L’Arena di Verone di martedì 23 aprile 2013 CRONACA, pagina 9


CASTEL SAN PIETRO 
«IL TEMPIO È NOTO 
DAL XVI SECOLO»


La base del tempio romano tornata alla luce a Castel San Pietro

LO STUDIOSO. Mario Patuzzo sul ritrovamento. L´autore di libri di storia cita gli studi di Alessandro Canobbio

Tra gli studiosi che si sono occupati dell´Arx romana sul Colle San Pietro c´è Mario Patuzzo, autore di libri sulla storia di Verona, il quale precisa che dell´esistenza del Tempio si sapeva fin dal XVI secolo quando lo storico Alessandro Canobbio concentra i suoi studi soprattutto nella descrizione della Verona Romana e dà notizia dell´esistenza sulla vetta di ruderi vari, dai quali egli deduce che lassù dovesse essere un Tempio.
Nel 1851 lo studioso monsignor Paolo Vignola avrebbe riconosciuti nei pressi di Castel San Pietro i resti di un Tempio Romano e nel 1892, nell´escavo del muraglione del Ponte Pietra, si rinvenne una lapide con l´iscrizione «SARAPI O · M MARIUS MARO D · D» dove Serapide ha nell´iscrizione i predicati di Giove Ottimo Massimo con la grafia che si riscontra anche in iscrizioni greche d´Italia.

L´archeologo Pirro Marconi nel suo «Verona Romana» edito nel 1937 afferma: «Attualmente, nel terreno della vetta compreso nella cinta medievale esistono pochi resti architettonici romani, conci e qualche frammento di colonna; tante altre sedi di vita che si sono succedute su questo punto, hanno cancellato ogni altra vestigia del passato. Probabilmente nuove ricerche, per ora impossibili, nel brutto castello austriaco e nel cortile antistante, darebbero dati probativi e preziosi sulla Cittadella di Verona Romana sul Colle, attribuiti all´Età Augustea»

Lo storico Alessandro Da Lisca, prosegue Patuzzo, «descrive la vetta del Colle che presenta una muraglia posta quasi immediatamente sotto l´attuale Caserma Castel San Pietro, nel lato verso San Giovanni in Valle, muri che hanno carattere di rivestimento e terrazzamento. Alcuni di essi posti fra il teatro e la sommità del colle, hanno uno spiccato carattere decorativo. Si tratta di opere relative al nucleo di edifici che sorgevano sulla vetta del Colle, l´antica "arce", la rocca dove sorgeva il tempio principale della città, e che con questa fanno sistema».

La Cittadella sul Colle di San Pietro, che domina la città e difende la testa di ponte ha ragion di essere a Verona, dice ancora il Da Lisca, «ma dovrà ulteriormente essere confermata dai fatti dove la muratura romana si appoggia alla roccia, interamente formata con brecciame di tufo e malta di sabbia e ghiaia, ed è esternamente lavorata a conci regolari di tufo che ne formano il bel paramento e che misurano, nella faccia a vista, la dimensione media di centimetri 12 per 18. Essa per la struttura è identica ad altre che si vedono nel vicino Teatro Romano. La pianta con andamento rettilineo si innalza con lieve inclinazione per circa quattro metri, presentando tre piani con due riseghe di circa dieci centimetri ciascuna». Questa struttura doveva servire come rivestimento del Colle, e come sostegno di un piazzale o di una cinta in cui sorgeva l´Arx propriamente detta. (E.CARD.)

Fonte: da L’Arena di Verona di sabato 27 aprile 2013 CRONACA, pagina 11



TEMPIO ROMANO, INCUBO RITARDI PER IL CANTIERE DEL MUSEO


Gli scavi a Castel San Pietro riservano sempre sorprese: dopo la cisterna viscontea, l'edificio del 90 a.C.


CASTEL SAN PIETRO. Il proprietario dell´edificio e il Comune attendono il parere della Soprintendenza archeologica. Cariverona auspica un accordo a breve. Casali: «Ma non si incide sui lavori della nuova funicolare» A Calcagni i restauri del Capitanio

Stupore, orgoglio, curiosità. Ma anche apprensione per i tempi che potrebbero slittare. Sono questi i sentimenti che accompagnano la notizia, pubblicata ieri da L´Arena, dell´eccezionale ritrovamento di un tempio romano a Castel San Pietro dove, restaurato il palazzo asburgico, verrà trasferito il museo di Storia naturale.

Alla Fondazione Cariverona, proprietaria dell´edificio, che già sollecitava per l´avvio dei lavori fermati dal ritrovamento della cisterna viscontena adiacente al palazzo, si auspica che, visti i buoni rapporti sempre intercorsi fra Comune e Soprintendenza, si possa trovare in tempi rapidi una soluzione.
Nell´interesse della città e al tempo stesso rispettando i reperti emersi. In pratica: partire quanto prima con la ristrutturazione del palazzo e della funicolare che da Santo Stefano arriverà in cima al colle. E insieme capire come andrà valorizzato l´edificio sacro ritrovato, fra il castello e le mura viscontee lato Torricelle, dove dovrebbe sorgere la «hall», cioè il salone di ingresso del futuro museo. Va tenuto conto, fra l´altro, che ci sarà da restaurare la cisterna.

Cariverona ha già ottenuto il via libera della soprintendente ai monumenti, Gianna Gaudini, e ora attende quello del responsabile dei beni archeologici del Veneto, Vincenzo Tinè. Sarà lui a illustrare a breve le caratteristiche del tempio, come si procederà per sistemarlo e come ciò inciderà sul cantiere per il museo.


IL TEMPIO comunque, che sorge sulla collina «sacra» della primissina Verona, è già stato datato al 90 prima di Cristo, nel periodo del console Silla che l´avrebbe fatto costruire come segno del potere acquisito dopo la vittoria su Caio Mario. La sommità della collina era giù abitata nell´Età del Ferro, quindi prima del periodo romano, e lì si fa risalire di fatto la nascita di Verona.

Da Palazzo Barbieri, l´assessore ai lavori pubblici Stefano Casali, spiega: «Quella del tempio è una straordinaria scoperta, ma anche una conferma del fatto che sul colle di Castel San Pietro sorgevano l´acropoli della città e altre costruzioni importanti dal punto di vista architettonico, a cui si guardava dal basso come un punto di riferimento urbanistico e culturale».
Questo ritrovamento, prosegue, «è senz´altro anche un´opportunità per il sito archeologico e sono sicuro che il cronoprogramma dei lavori di ristrutturazione del castello si potrà organizzare in modo tale che possa proseguire senza particolari ritardi. In ogni caso la prima fase dei lavori per la funicolare non subirà alcun ritardo. E a breve in Giunta presenterò il progetto esecutivo».
È già prevedibile, però, visto che la «hall» del museo dovrebbe sorgere nel luogo del tempio, qualche modifica progettuale al futuro museo andrà prevista.
In ogni caso, in seguito alla novità del tempio romano, Casali aggiunge: «A questo punto attendiamo con grande curiosità che la Soprintendenza ai beni archeologici ci renda edotti dell´importanza del nuovo ritrovamento». Anche perché l´edificio sacro, unito alla cisterna, al museo stesso di Storia naturale che possiede un patrimonio straordinario, unico al mondo, anzitutto i fossili di Bolca e poi il Teatro Romano, il vicino museo archeologico (pure da restaurare), più il parco e il belvedere su Verona costituiranno un complesso di valore straordinario, che racconta la storia della prima Verona.


OGGI INTANTO il Consiglio di amministrazione della Fondazione Cariverona assegnerà l´incarico all´architetto che dovrà progettare il restauro del Palazzo del Capitanio, di proprietà delle stessa Cariverona, dove verranno esposte opere d´arte di proprietà dell´ente.
La designazione dovrebbe cadere su Luigi Calcagni, 84 anni, noto fra l´altro per aver progettato il restauro di Palazzo Giuliari e della Gran Guardia, insieme al collega Luciano Cenna

Fonte:  srs di Enrico Giardini, da L’Arena di Verona di mercoledì 24 aprile 2013, CRONACA, pagina 9,



ECCO IL TEMPIO ROMANO DI CASTEL SAN PIETRO



Il basamento del tempio romano del primo secolo avanti Cristo affiorato durante i lavori di ristrutturazione di Castel San Pietro FOTO MARCHIORI

IL RITROVAMENTO. Le immagini del santuario ritrovato sul sito dell´ex caserma austriaca. La Soprintendenza si prende due settimane per decidere come procedere.   Durante i lavori di ristrutturazione è emerso il basamento. All´inizio dell´Ottocento si potevano ancora vedere resti di colonne e capitelli, poi gli edifici hanno coperto tutto

Del tempio vero e proprio, asportato chissà quando, resta ben poco. Se ne può scorgere qualche traccia all´interno di Castel San Pietro, con le finiture in pietre calcaree a copertura dell´antico podio che prosegue lungo le mura esterne del palazzo asburgico.

È infatti il basamento rialzato in tufo, su cui posava il tempio romano del 90 a.C., a suscitare l´interesse archeologico, come testimonianza indubbia della presenza dell´antico Arx: luogo sacro e fortificato posto a guardia del passaggio sull´Adige della via Postumia. Emerso tra la fine di marzo e l´inizio di questo mese, in concomitanza con l´avvio vero e proprio dei lavori di recupero dell´edificio militare e durante un accurato sondaggio per verificare la fattibilità del progetto, il ritrovamento attende ora un verdetto della soprintendenza, su come intenderà valorizzarlo nel concreto.


Alla Fondazione Cariverona, proprietaria del castello, destinato a trasformarsi nella nuova sede del Museo di Storia Naturale, non resta ora che attendere un coordinamento dall´alto, prima di mettere mano anche a quel tratto dell´ala del palazzo ubicata a nord ovest.


Un particolare delle fondamenta del tempio

Il reperto, del resto, era atteso. Pur senza la certezza che fosse ancora al suo posto, date le edificazioni susseguitesi nel tempo, non mancano testimonianze scritte a evidenziare il fatto che la chiesa dedicata a San Pietro, restaurata nell´VIII secolo, fosse stata costruita su un preesistente tempio romano di cui, a inizio Ottocento, si potevano ancora vedere tracce di colonne e capitelli.


Ricostruzione di Verona romana: sul colle si nota il tempio

Un´impronta del passato che riporta alla luce il primo tempio monumentale antico trovato nel Veneto. Per l´assessore ai lavori pubblici Stefano Casali è un´ulteriore opportunità per il colle scaligero. «La settimana prossima andrò sul posto con la soprintendenza per vedere il ritrovamento, insieme a occhi esperti», dice. «Intanto gli uffici tecnici del Comune stanno elaborando il progetto esecutivo per i lavori della funicolare, che non sono in alcun modo inficiati dal recente ritrovamento».
Nel punto in cui è emerso il tempio romano, dovrebbe essere ricavato il salone di accesso del futuro museo. La Soprintendenza per i Beni archeologici del Veneto protrarrà gli scavi per un altro paio di settimane e poi si esprimerà sulla necessità o meno di modificare i programmi originari. Il rischio di ritardi esiste. Cambi di rotta, del resto, sul colle sacro di Verona ce ne sono già stati, con il rinvenimento della cisterna di epoca viscontea, proprio a pochi metri di distanza dal tempio. (C.BAZZ.)

Fonte: da L’Arena di Verona di giovedì 25 aprile 2013 CRONACA, pagina 9




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