lunedì 3 marzo 2014

ORDINI RELIGIOSI MASCHILI

Chiesa di Santa Maria in Monte di Sommacampagna, dove Francesco fondo la prima comunità di frati in Verona


VOLUME II -  EPOCA III  - CAPO IX

SOMMARIO. - Frati Minori - Fra Giacomino da Verona - Frati Predicatori o Domenicani - Canonici di S. Marco - Frati eremiti Agostiniani - Umiliati


La divina Provvidenza, allorquando straordinari sono i bisogni della chiesa, applicar suole straordinari rimedi.
Così sul principio del secolo XIII, secolo di lotte e di sangue massime per l'Italia, Dio suscitò uomini fatti secondo il cuore di Lui, che, da Lui inspirati ed aiutati, ritornassero gli uomini sulla via delle virtù evangeliche.  Principali fra questi furono S. Francesco e S. Domenico l'uno destinato da Dio principalmente a riformare i costumi; l'altro a preservare nelle menti e nei cuori il deposito della fede. E Verona pure sentì i benefici influssi di questa divina Provvidenza straordinaria; benché tutt'altro che ben disposto paresse esserne l'ambiente.

Il principale fra i nuovi ordini fu quello dei Frati Minori. - Il patriarca S. Francesco, venuto a Verona l'anno 1220, abitò per breve tempo in una casetta fuori della porta Rofiolana, e fondò una casa di frati presso la chiesa di S. Maria del Monte presso Sommacampagna (1) indi « b. Franciscus cum socio transivit in insulam Gardae »(2), ed, avuta quell'isola in dono da un certo Biemino da Manerba, fondò ivi pure un  eremo per i suoi frati, che vi rimasero sino alla soppressione del 1798;(3) in seguito quell'isola fu detta l'Isola dei Frati.

Nel suo passaggio per Verona Francesco avea lasciato una grande memoria di sé ed una speciale venerazione a quella casetta che egli avea abitato fuori della porta Rofiolana.  Perciò dopo quattro soli anni dalla sua morte, due dalla sua canonizzazione, la città di Verona volle in quello stesso luogo erigere una chiesetta ad onore di S. Francesco nell'anno 1230, come ne attesta l'iscrizione postale in fronte. La diamo sciolta dalle abbreviazioni(4):


ANNO DOMINI.  MCCXXX.
DOMINVS RANERIVS  ZENO.
POTESTAS VERONE
PRO COMUNI VERONE FECIT
FIERI HANC ECCLESIAM
BEATI  FRANCISCI


A custodia di quella chiesa il vescovo Iacopo chiamò alcuni Frati Minori dal convento della Madonna del Monte.  Così ebbe principo in Verona questa nuova istituzione; la quale crebbe ben presto di numero, tanto da aver bisogno di un monastero più vasto.  Perciò nell'anno 1257 i frati di S. Francesco dal pontefice Alessandro IV ottennero che venisse loro ceduto dai monaci Benedettini il convento di S. Fermo Maggiore: dopo varie peripezie riuscirono ad averlo nell'anno 1261(5).

Fra questi frati era quel Giacomino da Verona, sfuggito al Waddingo; il quale è riguardato come uno dei primi autori di versi in lingua volgare. Si ritiene appartenere al secolo XIII; ed ha due carmi:
De Ierusalem celesti in versi 280, e De Babylonia civitate infernali in versi 340.
Sulla fine del secondo carme l'autore mette il suo nome:

Che queste non è fable ne dit de buffon
Iacomin de Verona dell' ordene de minori.


I due carmi furono pubblicati nel secolo scorso, prima in Francia ed in Italia,(6)  poi a Vienna (7). A Giacomino sembra doversi pur attribuire una Lauda a Maria pubblicata dal nostro Cipolla in versi 130(8).  Ne diamo i primi cinque versi e l'ultimo, sostituendo alla lettera C cedilliata la lettera Z:


Beneta sia l'ora, el zorno, el dì,
Ch' ella pulzella vene e apare en questo mondo,
che l'à portà quel dolzo glorioso pomo
Che n'à trati del profundo
De l'amoto abiso.
……………..
Amen, amen,  dico vobis, domine.


I  Padri Predicatori o Frati Domenicani, a quanto scrive un loro antico istoriografo, furono mandati a Verona dallo stesso fondatore S. Domenico verso l'anno 1220.  Né ciò è improbabile; essendoché scopo del nuovo ordine era combatter le nuove eresie; e queste già erano penetrate nella nostra diocesi.
Dapprincipio si fabbricarono un convento fuori delle mure della città nel luogo in cui nel secolo XVI fu costrutto il bastione dello Bacola a mattina dell'attuale chiesetta del Terraglio.  Ivi costruirono pure una chiesa ad onore di Maria Mater Domini con le largizioni di un certo Rodolfo Malavolta: la chiesa dovette aver principio l'anno stesso 1220, come appare da una Iscrizione, che, quando fu distrutto il convento di S. Maria Mater Domini nel 1517, fu riprodotta in altra lapide infissa nel muro dello scalone del convento di Sant'Anastasia: l'iscrizione nota che quello era l'anno quarto del pontefice Onorio III, il primo dell'imperatore Federico II, il settimo del vescovo Norandino (9.)  La chiesa col permesso del vescovo Iacopo fu consacrata il dì 21 luglio 1238 da Ermanno vescovo di Erbipoli con l'assistenza di altri tredici vescovi quasi tutti tedeschi, venuti a Verona al seguito dell'imperatore Federico II  (10).  Il convento dovea essere molto ampio; poiché in esso nel 1244 vi si tenne il Capitolo generale dei Frati Domenicani.

Senonché nei veronesi cresceva di giorno in giorno la stima e la venerazione verso quest'ordine in quei tempi opportunissimo o, meglio, necessario.  La chiesa ed il convento divennero presto insufficienti, ed era comune nei veronesi il desiderio che quei religiosi si stabilissero nel centro della città.  Chi più di tutti prestò l'opera sua al compimento di questo desiderio fu il nostro vescovo Manfredo Roberti;  il quale nell'anno 1260, finita appena la signoria ezeliniana, offrì ai Domenicani un largo spazio di terreno presso l'antica chiesetta di Sant'Anastasia, che sembra rispondere alla cappella del Crocifisso nella chiesa attuale.  Contribuirono pure i buoni veronesi con le loro elargizioni, e così in breve tempo si poté ivi costruire un grandioso convento verso l'anno 1265. L'abbandonato convento di S. Maria Mater Domini con atto del 17 gennaio 1269 fu venduto alle monache di S. Cassiano di Quinto in Valpantena, le quali « propter imminentia guerrarum discrimina» dovettero ritirarsi più da vicino alla città.  I Domenicani vennero ad abitare il nuovo convento l'anno 1270.

L'attuale chiesa di Sant'Anastasia ebbe principio verso l'anno 1290. Primo a contribuire a questa costruzione apparisce il nostro vescovo Pietro della Scala in un diploma dato il giorno 2 aprile 1292(11): n generale verso il convento e la chiesa di Sant'Anastasia furono assai generosi i Della Scala.(12)

Una gloria veronese di quest'ordine nella prima metà del secolo XIII fu S. Pietro della famiglia Rosini; del quale parleremo in altro luogo.

Altra fondazione di quest'epoca è quella dei così detti Canonici di S. Marco.
 Primi sono quattro sacerdoti: Gerardo della chiesa di S. Spirito, Warimberto della chiesa di S. Vitale, Arrigo e Forzano del Castello.  Questi nel 1211 ottennero dal Comune di Verona un fondo in Campo Marzo, per fabbricarvi un convento per sé e per altri soci ed alcune religiose del loro ordine:(13) sembra che intendessero vivere secondo la regola dei canonici di S. Marco di Mantova: ma da qualche documento posteriore sembrano aver adottato la regola di Sant'Agostino ed aver anche avuto molta comunanza con gli Umiliati.  Col consenso del. vescovo card. Adelardo fabbricarono il monastero del 1212, ed in esso un oratorio ad onore di S. Maria Maddalena: era situato a mattina di quello di S. Maria delle Vergini, ove ora sono edifici ad uso militare; ma non sembra che vi abbian dimorato oltre la metà di questo secolo XIII.
Intanto dall'arciprete dei canonici della cattedrale avevano ottenuto un fabbricato presso la chiesa di S. Leonardo « in monte Domnico » verso l'a. 1224: la nuova istituzione ivi prosperò sempre più, e ad essa furono nel 1263 aggiudicati alcuni beni con la chiesa di Castel Cerino.(14)
 Nei 1239 eressero pure un'altra casa presso la chiesa dell'Angelo S. Gabriele non lungi da quella di S. Felice: presso la chiesa di S. Spirito era altra casa di religiose aggregate esse pure ai canonici di S. Marco. La loro regola fu approvata dal pontefice Alessandro IV con bolla del 15 febbraio 1260.(15)

I Frati od Eremiti Agostiniani sui primordii di questo secolo fondarono un loro monastero non lungi da Montorio, nel luogo detto Batiorco, e vi fabbricarono pure una chiesa dedicata a Sant'Agostino: era loro direttore e quasi fondatore frate Adobello della famiglia degli Agostiniani di Cesena, riformata da Giovanni Bono di Mantova morto l'anno 1249.
In questo monastero nel secolo XIII vissero e morirono i due beati Pellegrino ed Evangelista veronesi.
Nell'anno 1262 questi Eremiti Agostiniani vennero in città, e vi fabbricarono più ampio monastero presso la chiesa di Sant'Eufemia, ad essi ceduta dal vescovo Manfredo Roberti(16):  essendo questa troppo ristretta e forse già deperita, diedero principio all'attuale: la prima pietra fu posta il giorno 25 aprile 1275 da Bonincontro arciprete della cattedrale.

Oscura ed oggi pure assai controversa è l'origine dei Frati Umiliati, massime perché in molti documenti di quest'opera l'appellativo Umiliati si trova corrispondere a quello di Catari o Petereni (17).  Lasciando a parte la questione di indole generale, a noi pare che nella nostra diocesi gli Umiliati, detti del Terzo Ordine, aventi vita comune, fossero sinceramente cattolici, animati da vero spirito di umiltà e di penitenza, soggetti in tutto all'autorità della chiesa: mentre forse non erano tali tutti coloro che dicevansi  Umiliati, ma vivevano vita separata nelle loro famiglie, uniti soltanto a guisa di confraternita, e in questo senso soggetti a qualche superiore.

Una prima fondazione di Umiliati con vita comune sembra essersi costituita l'anno 1173 presso la chiesa di S. Maria della Ghiaja, dove sin dal principio si diedero all' arte della lana.(18)
 Nel principio del secolo XIII ebbero altra casa in Campo Marzo, dove poi fu il monastero di S. Catterina: gli Umiliati di questa casa da un documento del 1266 parrebbero doversi identificare coi canonici di S. Marco di S. Maria Maddalena.(19)  
Altre case ebbero pure a S. Bartolomeo della levata, a S. Giovanni della Beverara ed a S. Spirito(20): un'altra ne ebbero anche a Zevio, dalla quale alcuni nel 1262 vennero alla chiesa di S. Francesco fuori della porta Rofiolana abbandonata dai Frati Minori: altre case ebbero pure a Roverchiara ed a Porto Legnago. Questa moltiplicità di fondazioni prova come questa istituzione degli Umiliati incontrava molto favore presso gli abitanti della città e del territorio: in un documento del 1287 sono nominate dodici case di Umiliati, parte in città, parte nel territorio veronese.(21)

Insieme con gli Umiliati si hanno anche le suore Umiliate; e tutto fa credere che ordinariamente queste e quelli abitassero nello stesso monastero, benché con qualche muro di divisione. Di queste suore diremo altrove.


NOTE


1 - P. GIANFR. GHEDINA. Ricordo delle solennità di S. Francesco. P. II. 1 (Verona 1882).

2 - WADDINGUS Annales Ordinis Fratrum Minorum. Tom. I  334  Num. VI

3 - SEVERI  I Frati Minori nell’Isola di Garda, in Brixia sacra, Anno 1916, pag. 98 - 115, 125 -135.  Avea mosso dei dubbi sulla venuta di S. Francesco in quell'isola BUTTURINI  L’ Isola di Garda ... (Salò 1904).

4 - BIANCOLINI  Chiese di Verona III pag. 107;  CIPOLLA Appunti di Scipione Maffei pag. 79.

5 - L'abate Valerio coi suoi pochi monaci Benedettini si ritirò allora a S. Fermo in Braida, detto anche S. Fermo Minore: era la chiesa del Crocifisso, ora distrutta.  Sui particolari, BIANCOLINI Chiese I pag. 334.

6 - OZANAM,  I Poeti Francescani in Italia.  Trad. Fanfani nell'Appendice (Prato 1854).

7 - MUSSAFIA,  Monumenti antichi dei dialetti italiani (Vienna 1864).

8 - CIPOLLA, Lauda spirituale in volgare veronese del secolo XII, in Archivio star. ital. (Firenze 1881).

9 - Il fac-simile presso BIANCOLINI, Chiese II, pag. 554: RONCONI, Studi Maffeiani pag. 83 (Torino 1909).

10 - Presso PERINI, Istoria delle Monache di S. Silvestro.  Docum. 15;  BIANCOLINI, Chiese III, pag. 92.

11 -PERINI, Op. cit. Docum. 21.

12 - CIPOLLA, Ricerche storiche intorno alla chiesa di Santa Anastasia, pag. 5. Segg. (Roma 1916).

13 - BIANCOLINI, Chiese IV, pag. 654;  ARRIGHI, Cenno storico intorno al monastero di S. Maria delle Vergini. Docum. IV

14 - INI, Chiese III, pag. 26, VII, 127, segg.; SPAGNOLO, Vita di S. Leonardo P. II. Capo IX

15 - Si trova con molti altri documenti presso BIANCOLINI, Chiese VII, pag. 31 -76.

16 - VENTURI,  Compendio della Storia di Verona, II. pag. 41; ANT. PIGHI, La matrice di S. Eufemia.

17 - ZANONI,  Gli Umiliati (Milano 1911); Tocco, L'eresia nel Medio Evo in Archivio stor. ital. V serie II. pag. 79 (Torino 188). - Vedi anche Civiltà catt.  Anno 62 (1911) Vol. II, pag. 433, segg.

18 - SIMEONI, Memorie storiche ... l'antica chiesa della Giara (Verona 1848).

19 - Alcuni li identificano in generale. Il vescovo Jacopo di Breganze con atto 23 agosto 1239 decretò che gli Umiliati della casa di Zevio seguissero la regola di S. Marco di Mantova. BIANCOLINI, Chiese, VII. 807, seg.

20 - Di questa casa scrisse Carlo Carinelli; il cui scritto riferisce quasi per intiero BIANCOLINI, Chiese, II. 632, segg.

21 - Presso BIANCOLINI, Chiese, VI 249: vedi anche pag. 209.


ANNOTAZIONI AGGIUNTE AL CAP. IX (a cura di Angelo Orlandi)

a) G. SANDRI, Il vescovo Jacopo di Breganze e la prima sistemazione dell'Ordine dei Minori in Verona, in Scritti di Gino Sandri  raccolti da Giulio Sancassani, Verona 1969, pp. 95-107; G. M. VARANINI, Per la storia dei Minori a Verona nel Duecento, in Minoritismo e Centri veneti nel Duecento.  Nell'ottavo centenario della nascita di Francesco d'Assisi (1182-1982), Trento, Civis VII (1983), pp. 92-125.

b) Delle varie istituzioni monastiche e di ordini mendicanti trattati in vari luoghi i due volumi strenna della Banca Popolare di Verona: Chiese e monasteri a Verona (a cura di Giorgio Borelli), Verona 1980, pp. XXX-734; Chiese e monasteri nel territorio veronese (a cura di Giorgio Borelli), Verona 1981, pp. XL-742. Sull'argomento specifico degli Umiliati si può vedere DE SANDRE GASPARINI G., Aspetti di vita religiosa, sociale ed economica di chiese e monasteri nei secoli XIII-XV, in Chiese e monasteri nel territorio veronese ... cit; pp. 133-194;  G. BARBIERI, Un insediamento dell'Ordine degli Umiliati, ibidem, pp. 195-208;  G. DE SANDRE GASPARINI, L’ assistenza ai lebbrosi nel movimento religioso dei primi decenni del Duecento veronese, in Viridarium floridum.  Studi offerti al prof. Sambin, Padova 1984, pp. 25-59.





Fonte:  srs di Giovanni Battista Pighi, da CENNI STORICI SULLA CHIESA VERONESE, volume II


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