venerdì 23 maggio 2014

SPARITA DAL SITO DELL'ONU
LA DICHIARAZIONE DEI DIRITTI IN VENETO




IL CASO. Da una decina di giorni non ce n'è traccia. Una delegazione è pronta ad andare a Ginevra a chiedere spiegazioni. Insorge il mondo dell'indipendentismo: «Siamo in una situazione preoccupante se nemmeno chi esiste per tutelare i diritti dell'uomo li garantisce»


L’Onu fa sparire la dichiarazione dei diritti dell’uomo in Veneto.

L’Onu ci ripensa: prima pubblica e poi fa sparire dal proprio sito la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo in lingua veneta. E il mondo dell’indipendentismo veneto insorge: «Allucinante, se nemmeno chi esiste per tutelare i diritti dell’uomo li garantisce siamo davvero in una situazione preoccupante».


Così Roberto Bissolo, uno dei veronesi impegnati nella raccolta dei 20 mila iscritti all’anagrafe storica del Popolo veneto, passo fondamentale per l’autodeterminazione. Lui è stato tra i primi a farlo nel veronese ma ha anche depositato in municipio ad Albaredo d’Adige, il suo paese, la ricusazione della cittadinanza italiana. È uno dei tanti che affiancano Gabriele De Pieri, presidente del «Governo nasionae veneto», sulla strada diplomatica e pacifica verso l’indipendenza del popolo veneto.
Bissolo, ai primi di maggio, era stato uno dei primi a passare il link che rendeva possibile a chiunque nel mondo verificare la pubblicazione sul sito dell’Onu (http://www.ohchr.org/EN/UDHR/Pages/Language.aspx?LangID=vec) della Dichiarazione dei diritti in lingua veneta.
Solo che quello stesso link, da una decina di giorni ad oggi, e cioè da quando molti media si sono rimpallati la notizia, si apre su una pagina vuota. A cercare con altre parole chiave non si arriva a nulla: della dichiarazione in lingua veneta, insomma, nessuna traccia.


De Pieri non ha alcun dubbio: «Io non so cosa è successo: so solo che non c’è più. La notizia della pubblicazione ha dato fastidio a qualcuno perchè si traduce nel riconoscimento esplicito dell’esistenza di un popolo e dunque dei suoi diritti», dice senza mezzi termini il trevigiano trapiantato a Padova. A meno che di mezzo non ci siano le proteste accesesi a causa di titoli fuorvianti dati da molti media alla notizia: in tanti, rilanciandola, hanno titolato che «l’Onu traduce in lingua veneta la Dichiarazione» scatenando un prevedibile vespaio di polemiche data la grave crisi di questo periodo.


«Stupidate. All’Onu il documento in lingua veneta l’ho portato io, personalmente, il 9 dicembre 2010 a Ginevra», afferma De Pieri. «L’ho consegnato a mano a un funzionario addetto alle pubblicazioni. La dichiarazione in lingua veneta è stata vagliata per il dritto e per il rovescio, è stata recepita il 10 agosto 2012 e pubblicata il 10 settembre 2012. Come lo so? Perchè sono informazioni che stavano scritte sulla pagina prima che la facessero sparire». Su quella pagina c’era pure scritto che parlano la lingua veneta, quella usata per la traduzione, 2.180.000 persone in Italia, con tanto di mappatura della sua diffusione in Italia e nel mondo.
A scoprire che la dichiarazione era stata pubblicata era stato proprio lui, a fine aprile: «In questo ultimo periodo non si fa che screditare i movimenti indipendentisti. Ed è successo anche a me: un giorno ho voluto dare un’occhiata perchè era un bel po’ di tempo che non lo facevo. Sono saltato sulla sedia», racconta De Pieri, «era stata pubblicata. Il tam tam è iniziato allora».


Qualcuno, che alla pubblicazione quasi non credeva, si prende la briga di fotografare il monitor del pc con la schermata aperta sulla suddetta pagina. E meno male, perchè diversamente adesso sarebbe facile parlare di «fantasie».
C’è anche chi la dichiarazione l’ha stampata ed è visibile il link da cui il documento è stato scaricato.
Peccato che, adesso, on line non ci sia più nulla. «Non ci capacitiamo, siamo sconvolti per il fatto in sé e perchè accade all’Onu. Libertà e democrazia sono solo parole», tuonano De Pieri e Bissolo. «È uno scandalo. Il preambolo della dichiarazione fa riferimento al riconoscimento del diritto, ma quello che è successo viola quegli stessi principi che non solo non vengono difesi, vengono addirittura disconosciuti. È un fatto gravissimo».

Che fare, a questo punto? «La denuncia pubblica è il primo passo, ma credo di aver diritto ad una spiegazione», recrimina De Pieri. «Una cosa è certa: prendo un’altra copia della dichiarazione e la porto di nuovo a Ginevra, e poi vedremo».


Fonte: srs di  Paola Dalli Cani,  da L’Arena di Verona  di domenica 18 maggio 2014, PROVINCIA, pagina 33



LA DICHIARAZIONE IN VENETO DEI DIRITTI DELL’UOMO:  «UN HACKER L'HA FATTA SPARIRE DAL SITO DELL'ONU»


Dichiarazione dei diritti dell'uomo in lingua veneta: la sparizione dal sito dell'Onu è opera di un hacker.

«Abbiamo incaricato una società informatica di eseguire dei controlli sul sito delle Nazioni Unite», dice Gabriele De Pieri, presidente del Governo Nasionae Veneto, organizzazione che ha curato la traduzione della Dichiarazione, l'aveva consegnata a Ginevra nel 2010 e l'ha vista pubblicare, ma poi improvvisamente sparire, dal sito dell'Onu.
«La verifica fatta da un tecnico, in particolare sulla pagina riguardante le traduzioni della dichiarazione dei diritti umani, ha permesso di scoprire che il sito delle Nazioni Unite ha subito un attacco da parte di persone non identificabili con l'obiettivo di oscurare la pagina riguardante la nostra traduzione in lingua veneta.
L'attaco», spiega De Pieri, «è partito dall'Italia. Queste persone non sono al momento identificabili con certezza». Insomma, gli indipendentisti sarebbero stati boicottati da qualcuno sul suolo italiano, qualcuno che avrebbe dunque fatto anche un'altra vittima, cioè l'Onu.
«Mi sembrava impossibile, sarebbe stata una cosa gravissima», dice De Pieri, «ma non trovavamo spiegazioni. Mi sono sentito tradito e adesso», aggiunge, «voglio capire chi e perchè ci ha colpito arrivando addirittura a inserirsi nel sito delle Nazioni Unite».
Tira un sospiro di sollievo anche Roberto Bissolo, il braccio destro veronese di De Pieri ma entrambi leggono il fatto in un'unica direzione: «La pubblicazione della dichiarazione in lingua veneta riconosce l'esistenza di un popolo.
Averlo oscurato significa screditare i movimenti indipendenti veneti, farci passare per bugiardi.
E questo solo per una ragione: qualcuno sta cominciando ad avere paura».
In giornata De Pieri provvederà a segnalare il problema all'Onu, anche se ieri c'è già stato un primo tentativo di «ripescare» la pagina su cui la dichiarazione in lingua veneta è pubblicata. «Continueremo a lavorarci e andremo a Ginevra in occasione del ponte del 2 giugno. Era una trasferta già decisa», spiegano De Pieri e Bissolo, «perchè andremo a depositare delle denunce di violazione dei diritti umani da parte dell'Italia e dell'Unione Europea e ribadiremo e formalizzeremo il nostro diritto all'autodeterminazione». P.D.C.


Fonte: da L’Arena di Verona di  martedì 20 maggio 2014 PROVINCIA, pagina 24





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