mercoledì 11 giugno 2014

LE MALATTIE DELL’INTESTINO DIPENDONO DAI BATTERI PRESENTI



di Adriano Panzironi

Se qualcuno vi chiedesse quale parte del nostro corpo è la più esposta agli attacchi di batteri o sostanza nocive, vi verrebbe spontaneo rispondere ‘la pelle’. La risposta esatta è il nostro intestino. Bisogna considerate che la superfice della pelle a contatto con agenti esterni è di circa tre metri quadrati mentre quella del nostro intestino è di circa quattrocento metri quadrati. Pensate, che nel nostro organismo convivono normalmente cinquecento tipi di batteri diversi, per una quantità totale cento volte superiore alle nostre cellule.


La popolazione microbiotica del nostro intestino è composta principalmente di batteri eubiotici (Gram+ in simbiosi con l’organismo) che svolgono funzioni importantissime, tenendo sotto controllo i batteri disbiotici (Gramnocivi per l’intestino). Purtroppo però dieta e stile di vita errati (ed altri fattori esterni che vedremo più avanti) e l’assenza di micronutrienti distruggono il nostro delicato equilibrio.

LA DISBIOSI

In qualche modo ognuno di noi soffre la disbiosi, un disequilibrio tra la flora batterica buona e la flora composta da batteri e microrganismi (tra cui la candida) patogeni. Si tratta di un percorso d’alterazione dell’intestino, che nel lungo periodo provoca una serie di complicazioni alla base del 60% delle malattie dell’era moderna. La causa principale di tale alterazione deriva dal cibo ingerito, il quale rappresenta il supporto energetico della flora batterica. I batteri eubiotici (flora batterica buona) si cibano esclusivamente degli scarti della digestione della frutta e della verdura (per lo più fibre solubili; rif. pag. 117).  Al contrario la nostra alimentazione fornisce poche fibre solubili e grandi quantità di cibo non scomposto completamente (proteine e carboidrati), base dell’alimentazione energetica dei batteri e dei funghi disbiotici (patogeni). È un po’ come far combattere due eserciti: uno mal nutrito (la flora buona) e l’altro ben pasciuto (i batteri nocivi). Ciò causa una crescita della flora patogena, a discapito di quella sana, generando l’aumento esponenziale dell’infiammazione intestinale e una massiccia produzione di linfociti da parte delle “placche di Peyer” (il 60% del sistema immunitario è presente nell’intestino), per contrastare l’invasione patogena. Dovremmo preferire alimenti come frutta e verdura, ricchi di fibre solubili, ai carboidrati complessi (come pasta, pane e pizza) o alle verdure ricche d’amidi (patate e fagioli).

Che cosa accade quando mangiamo i carboidrati complessi ricchi di amido?

Innanzitutto essi sono più ricchi di fibre insolubili che di fibre solubili. Tali fibre velocizzano il passaggio del “bolo alimentare” (impedendo la completa digestione del cibo), dal tenue al cieco (dove la presenza della flora batterica patogena è più numerosa). Inoltre la carenza di fibre solubili, aumenta la basicità del bolo alimentare, creando l’habitat perfetto per le specie patogene. I carboidrati non ancora scomposti, sono il cibo preferito della candida e dei batteri patogeni fermentativi. Per questo motivo i fagioli (l’amido è più difficile da scomporre) generano flatulenza. Altre cause che peggiorano la disbiosi, sono l’utilizzo di antibiotici (che distruggono la flora buona), lo stress (che abbatte le difese immunitarie, comprese quelle dell’intestino), i prodotti chimici che si trovano negli alimenti (ad esempio i nitrati) e l’alcool.

IL COLON, L’INTESTINO TENUE E LA SINDROME OVERGROWTH (SIBO)

Vi ricorderete che l’intestino si divide in: intestino tenue ed intestino crasso (colon e retto; rif. pag. 67). Il tenue ha inizio con il duodeno (prosecuzione dallo stomaco), che poi diventa digiuno ed infine ileo. L’intestino tenue è collegato con il crasso, tramite una valvola (ileociecale).

La quantità di flora batterica patogena presente nel duodeno è molto bassa ed aumenta con l’avvicinarsi alla valvola ileociecale.  Infatti la maggior parte di questi tipi di batteri come la candida, sono presenti nell’intestino colon. A protezione dell’intestino tenue abbiamo le placche di Peyer (circa 200) che producono linfociti, i quali combattono eventuali intrusioni di batteri patogeni. La Sibo, riscontrata nella maggioranza della popolazione, consiste in un’invasione cronica dei batteri del colon, che risalgono nell’intestino tenue (dove sono presenti i villi), invadendolo.

Quali sono le conseguenze?

I germi patogeni si dividono in fermentatori e putrefattivi. I primi fermentano i carboidrati; i secondi deteriorano le proteine, putrefacendole. Quando tali germi ristagnano nel colon (non siamo in presenza di disbiosi), e quindi l’intestino riesce a scomporre le proteine ed assimilarle prima di farle giungere al colon. Quando invece tali germi pericolosi, risalgono l’intestino attraverso l’ileo e da qui al digiuno, aggrediscono le molecole in fase di digestione (da parte della bile e degli enzimi pancreatici), generando putrefazione e fermentazione. Se non ristabiliamo l’equilibrio della flora intestinale, avviene un costante incremento delle specie patogene (più mangiamo e più esse si sviluppano).

Le notizie cattive non sono ancora finite.

LA PERMEABILITÀ INTESTINALE (LEAKY GUT SINDROME)

La Leaky Gut Sindrome, tradotto letteralmente “Sindrome dell’Intestino Sgocciolante”, è l’effetto diretto provocato all’intestino da disbiosi e dalla Sibo. La superficie dell’intestino (400 mq) è composta di cellule (enterocite) legate tra loro, tramite delle giunzioni dette desmosomi (che si legano ai citoscheletri delle cellule). Questo tessuto impedisce alle sostanze presenti nell’intestino, di raggiungere direttamente il sangue (senza passare tramite i villi). Purtroppo però lo stato d’infiammazione cronico causato dalla disbiosi e dalla Sibo rompe tale legame, aprendo delle fessure tra le varie cellule e rendendo permeabile la superfice dell’intestino. In questo modo i macro nutrienti non ancora digeriti e le sostanze nocive, possono entrare direttamente nel flusso sanguigno. L’infiammazione è dovuta alla putrefazione delle proteine (ammine nocive), alla produzione dei materiali di scarto dei batteri, funghi fermentativi, dallo scontro continuo tra le cellule di difesa (linfociti e altri) ed i batteri patogeni (ad esempio l’escherichia). Processi che promuovono la produzione di citochine infiammatorie.

MALATTIE E CONSEGUENZE

L’attraversamento di particelle alimentari non digerite nel flusso sanguigno attiva i linfociti, i quali considerano tali particelle alla stregua di virus, attivando così la risposta immunitaria. L’eccessiva e costante presenza nel sangue di un determinato peptide (composto di aminoacidi), può far ritenere al nostro sistema immunitario che sia in atto un’invasione batterica molto forte. Per evitare nuove e successive invasioni, il sistema immunitario programma dei linfociti per la distruzione di massa di quella determinata molecola, al suo nuovo apparire. Per tale motivo diventiamo intolleranti o addirittura allergici ad alcuni alimenti. L’intolleranza più grave è quella nei confronti del glutine (proteina dei farinacei), che coinvolge l’1% della popolazione (non sappiamo cosa fa al 99% dei restanti), rappresentata nella celiachia (malattia che può causare la morte). Ciò è solo l’effetto più visibile della permeabilità intestinale e forse il meno grave. Bisogna ricordare che la permeabilità intestinale è la diretta conseguenza di malattie che aggravano il delicato sistema dell’intestino, quali il morbo di Crohn, la sindrome del colon irritabile e la diverticolite, che insieme alla permeabilità intestinale, sono i precursori delle seguenti malattie: psoriasi, asma, eczema, Alzheimer, artrite reumatoide, cancro allo stomaco, cancro all’intestino (colon), fibromialgia, cefalee.
È stata accertata, in tutti i pazienti che soffrivano di malattie autoimmuni (Parkinson, Alzheimer, artrite, etc.) anche la presenza della permeabilità intestinale. Ciò accade perché, alcuni nostri peptidi sono molto simili a quelli che compongono alcuni alimenti che ingeriamo, causando la confusione del sistema immunitario. Inoltre tale stato infiammatorio comporta un aumento della produzione di cortisolo, di radicali liberi e non ultimo, un malassorbimento dei macronutrienti (proteine e glucidi), dei micronutrienti (vitamine e sali minerali) ed una diminuzione delle vitamine prodotte dall’intestino (complesso B e K).


Fonte: srs di Adriano Panzironi, dal Libro "VIVERE 120 ANNI Le verità che nessuno vuole raccontarti"


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