lunedì 28 luglio 2014

“SPERO CHE POSSANO ESSERE MACELLATI UN MILIONE DI EBREI POLACCHI. COSI’ SI RENDERANNO CONTO DI VIVERE IN UN GHETTO”. PAROLA DI SIONISTA.

 Abba Achimeir.




“Spero che possano essere macellati un milione di ebrei polacchi. Così si renderanno conto di vivere in un ghetto”.
["I wish that a million Polish Jews might be slaughtered.  Then they might realize that they are living in a ghetto"]


A chi è stata attribuita questa frase? Chi potrebbe esserne l’autore?

Hitler? Himmler? Rosenberg? Eichmann?

No.

Questa citazione sarebbe da ricondurre ad una delle icone splendenti nel pantheon dello stato israeliano: Abba Achimeir. Quando finì a processo per il caso dell’omicidio Arlosoroff, sotto controinterrogatorio dall’accusato, il testimone ammise che le frasi potevano essere citazioni.*

Nel 1922 il Ministro ebreo tedesco Rathenau fu assassinato da esponenti dell’estrema destra tedesca. Di fronte ad una assemblea di studenti ebrei, Achimeir  dichiarò:

Voi siete delle pappette e non degli studenti, non c’è fra di voi nessuno capace di assassinare come hanno fatto quegli studenti tedeschi che hanno ucciso Ratenau […] nascono dei sicari poiché hanno la coscienza di essere dei volontari e il fatto dell’assassinio sarà considerato come un episodio di eroismo ed un impresa positiva”.

Nel 1928 Achimeir  già teneva su un giornale ebraico una rubrica chiamata “Diario di un fascista”.

Alla presa del potere di Hitler non mancò di elogiare molti aspetti del nazionalsocialismo.

L’organo degli estremisti palestinesi [Achimeir e suoi sodali] aveva  espresso il parere che, ad eccezione dell’antisemitismo di Hitler, il nazionalsocialismo tedesco sarebbe stato accettabile e che, comunque, Hitler aveva salvato la Germania. Ancor prima, nel 1932, avevano accolto con favore il grande movimento nazionale che aveva salvato l’Europa dai parlamenti impotenti e, soprattutto, dalla dittatura della polizia segreta sovietica e dalla guerra civile.

Pare fosse abbastanza abituato ai saluti romani. In occasione della conferenza revisionista di Vienna nell’estate del 1932, sempre Achimeir:

riassumendo la convention non fece alcun tentativo di nascondere l’ammirazione della sua fazione per il fascismo italiano, quando l’avvocato Leone Carpi di Milano, che salutò la convenzione con una mano alzata in stile fascista, entrò nella sala [ricorda], “noi balzammo in piedi dalle sedie e alzammo le nostre braccia in suo onore.

Fu capo del Brit HaBirionim, l’ala massimalista del revisionismo sionista in Palestina.

Lo stato israeliano ha deciso di dedicargli un francobollo.





*L. Brenner nel suo “Zionism in the age of dictators” riferisce: “When the British discovered Abba Achimeir’s diary after the Arlosoroff murder, they found that view expressed more forcefully: ‘I wish that a million Polish Jews might be slaughtered. Then they might realize that they are living in a ghetto’”.

Informazioni tratte dal libro: L’Asse Roma-Berlino-Tel Aviv



Fonte: visto su LOSAI.EU  del 24 settembre 2012


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