domenica 26 ottobre 2014

L’EUROPA SI STA SUICIDANDO. PRECISO PIANO POLITICO O INCAPACITÀ DI CHI CI GOVERNA?




Da anni le leadership europee infliggono ai paesi membri una terapia nel segno dei tagli e delle tasse per rimettere in moto la crescita. Ma nonostante i risultati vanno in direzioni completamente opposte si prosegue ciecamente su questa linea. A che scopo?

Il fiscal compact sta strangolando l’Europa.  A suon di riforme l’Ue si sta avvicinando verso la fine come peraltro già accaduto nel secolo scorso dopo la caduta di Wall Street, nonostante l’esempio degli stati Uniti di marchio roosveltiano che “qualcosa” in materia capitalistica capivano.  I capi di Sato ed i banchieri sembrano però allergici a questa chiave di lettura fallimentare nonostante i numeri parlano chiaro e la crisi dilaghi in tutta Europa.

Potrebbe essere per presunzione o semplicemente per ignoranza o incapacità come dimostrano le innumerevoli previsioni sbagliate da più parti, a cui abbiamo assistito in questi anni. O lo scenario potrebbe essere molto più inquietante. Si potrebbe trattare anche di un preciso piano politico perseguito dal massimo potere regnante attualmente, secondo cui la recessione con tutti i danni che comporta potrebbe apparire il giusto prezzo da pagare per far si che prevalga un preciso modello nell’Eurozona.

Obbligare i paesi membri a far quadrare i conti vuol dire obbligarli a svendere il proprio patrimonio industriale e demaniale, accrescere la pressione fiscale sui lavoratori dipendenti, visto che si evita di colpire i grandi patrimoni ed infine tagliare la spesa sociale destinata al welfare al sistema scolastico ed al pubblico impiego, spezzando così di fatto le gambe ad uno Stato e smantellando la struttura sociale.

Appare un progetto politico abbastanza chiaro che rovescia di fatto le battaglie degli anni passati fatte dai lavoratori, facendo dell’Europa una sorta di esperimento sociale in cui prevale l’essenza del capitale privato a discapito del singolo. Denaro uguale potere. 

A questo punto appare chiaro come all’Europa non interessi nulla dell’equità sociale, ma con la povertà sempre più dilagante appare chiaro come ad un certo punto le risorse da “succhiare” prima o poi finiranno e se già ai nostri giorni la povertà crea enormi disagi sociali in un futuro i disagi saranno ancora più grandi c’è il rischio che i ricchi inizieranno a farsi la guerra di sopravvivenza tra di loro e che i poveri si uniscano per combattere i ricchi.


Fonte: visto su L’Euroscettico  del 8 settembre 2014



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