giovedì 13 novembre 2014

DIRITTO NATURALE ALLA RIBELLIONE: L’ARTICOLO SCOMPARSO DALLA NOSTRA COSTITUZIONE

« Quando i poteri pubblici violino le libertà fondamentali ed i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza all’oppressione è diritto e dovere del cittadino »






Esiste per un popolo i cui diritti sono stati violati il diritto a ribellarsi? Quando lo Stato non è più espressione dell’interesse comune è giusto insorgere? E’ un nostro diritto? Quando ho sentito le notizie che declamavano la firma dell’accordo che cambierà la nostra Costituzione inserendo l’obbligo del pareggio di bilancio ci ho pensato.  Ho pensato che può anche andar bene che – per sottomissione ai tedeschi – si inserisca questo obbligo di bilancio in Costituzione.
Ma ho pensato che se il costo di sacrifici, lacrime e sangue dovesse diventare intollerabile dovremmo avere anche il diritto a ribellarci ad uno Stato massacratore della felicità di suoi cittadini.  E ho pensato che questo diritto dovrebbe essere – lui pure – sancito dalla Costituzione.
Il caso ha voluto che in un convegno che trattava un’altra materia, il relatore citasse questo diritto alla resistenza. Un rapido accenno che ho cercato di approfondire. Ho scoperto così che l’articolo 50 della Costituzione – diventato poi l’attuale articolo 54 – aveva un secondo comma poi scomparso. Il comma recitava:


« Quando i poteri pubblici violino le libertà fondamentali ed i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza all’oppressione è diritto e dovere del cittadino »




Il verbale di una delle sedute della Costituente nella quale sì parlò dell'articolo poi "scomparso".



Meraviglioso non trovate? Questo comma scomparso diceva che noi, liberi cittadini di uno Stato democratico abbiamo il diritto a ribellarci di fronte ad uno Stato che viola i diritti fondamentali e i diritti garantiti dalla Costituzione. Pensateci un attimo: è diritto di ognuno di noi perseguire la felicità el rispetto di quella altrui? Io credo di sì. E credo che questo diritto si eserciti attraverso il frutto del proprio lavoro. Ed il lavoro è garantito, è anzi base su cui si fonda la nostra Repubblica e la nostra Costituzione.
Oggi il nostro Stato pone come prioritario, come più importante di altri diritti il dovere del pareggio di bilancio. Senza specificare quale sia il prezzo tollerabile per ottenere questo risultato. Si può affamare la gente, licenziarla senza giusta causa, ridurre in povertà le persone, umiliarle nella loro dignità per raggiungere il pareggio di bilancio?

Per i tedeschi si può. Ed è quello che i tedeschi hanno fatto ai greci. Quel che stanno facendo sino a togliere a quel popolo la dignità di autogovernarsi. Non c’è un limite, l’importante è che si raggiunga il pareggio di bilancio. Allora mi permetto di sognare. Mi permetto cioé di pensare che dovremmo tutti chiedere che si accetti il diktat tedesco al quale Monti (un tecnico che non dovrebbe neppure sognarsi di toccare la Costituzione) si è inchinato.
Ma dovremmo anche chiedere che quel secondo comma venga ripristinato. Ci venga cioé riconosciuto esplicitamente il diritto alla ribellione.

La resistenza all’oppressione è diritto e dovere dei cittadini” … più lo rileggo e più mi convinco che le piazze greche avrebbero bisogno di questo articolo scomparso dalla nostra Costituzione.
Più lo rileggo e più mi convinco che – forse – l’unica vera battaglia politica che dovremmo fare oggi è questa: chiedere che questo articolo scomparso della Costituzione venga ripristinato.
 Perché nessun tecnico con il suo operato possa favorire non i cittadini ma gli speculatori, le forze economiche, gli interessi di pochi a danno del diritto di pochi. Su questo sì farei una raccolta di firme. Sul diritto a resistere al potere.




Fonte:  visto NO CENSURA del  12 ottobre 2014 



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