domenica 8 marzo 2015

"ALTO TRADIMENTO" ALLE SPALLE DI PIO XII ? QUALE RUOLO EBBE MONTINI IL FUTURO PAOLO VI?

 Montini alle spalle di PioXXII



Quanto segue è tratto dal libro: "Papi in libertà" di padre Josè-Apeles Santolaria de Puey y Cruells  (Barcellona 1966).

Sacerdote, avvocato e giornalista è laureato in Giurisprudenza e Diritto Canonico e presso la Scuola Diplomatica spagnola si è diplomato in Studi Internazionali.
E' inoltre Cappellano dell'Ordine di Malta ed è collaboratore di Radio Vaticana ed è inoltre autore di notevoli studi e articoli sulla storia della Chiesa e sulla storia dei Pontefici.

Questa premessa è importante per poter interpretare correttamente il testo che segue....

da pag. 255 a pag.261 c'è una meticolosa, seppur condensata, descrizione del difficile rapporto fra Pio XII e l'allora Vescovo Montini, futuro Paolo VI....

Padre Josè, pur sottolineando che "le ragioni" di un certo ben risaputo rapporto non felice fra i due, non è stato mai chiarito, egli avanza tuttavia con dei fatti ben conosciuti nell'ambiente.....

Riporterò il racconto rispettandone il contenuto (ossia senza aggiungere nulla di mio) ma non la sequenza delle parole stesse, sia per un problema di lunghezza, sia per rendere, in un forum, la lettura più scorrevole.....


LA SITUAZIONE


Alla morte di Pio XII, nel 1958, si presentò un grande dilemma nella Chiesa.
Da una parte il lungo Pontificato di Pacelli era stato segnato dal prestigio indiscutibile di un pontefice che, più passavano gli anni, più concentrava potere nelle sue mani, anche perchè era cosciente delle tensioni che crescevano all'interno del mondo cattolico....
Dall'altra parte la Seconda Guerra Mondiale, con i suoi totalitarismi ed orrori, aveva aperto il dilemma non soltanto a nuove possibili distruzioni a livello mondiale, ma soprattutto alla necessità di un dialogo più aperto verso un mondo che voleva scardinare i valori tradizionali e perfino Dio....
In questo scenario si rafforzarono alcuni quadri all'interno della Chiesa che credevano più importante l'apertura ad un dialogo con il mondo sacrificando la parte magisteriale dogmatica e dottrinale della Chiesa, mentre si fecero più pressanti quelle parti definite poi "conservatori" che ritenevano più importante invece mantenere ad ogni costo la purezza del dogma e della morale cattolica, nonostante il pericolo di naufragare con chi si sarebbe potuto invece salvare.
Nascono così negli anni Quaranta e Cinquanta dei movimenti come quello della Nouvelle Théologie e dei sacerdoti operai che mantennero prima una posizione d'avanguardia tanto da essere tollerati dalla Chiesa, salvo poi, quando furono oggetto di condanna papale, agire più cautamente per non perdere un pò di tolleranza e agire così ugualmente efficacemente.....

Non è un segreto di oggi che molti all'epoca desideravano la morte di Pio XII che consideravano il maggior ostacolo alla vera riforma della Chiesa....e non si può negare l'importante ruolo svolto dal cardinale Ottaviani, che si rivelò essere un vero e provvidenziale "angelo custode" per il Pontefice ma anche per la conservazione dottrinale della Chiesa contro la deriva "progressista-modernista"....

Il vero scontro fra l'ala conservatrice e progressista della Chiesa non avvenne con il Concilio Vaticano II come molti pensano, ma bensì nel Conclave del 1958, con il quale si pensò appunto ad eleggere un Pontefice "innovatore"....
L'uomo "chiave" dell'ala innovatrice era Giovanni Battista Montini, Arcivescovo di Milano dal 1954, tuttavia impossibile dall'essere eletto in quanto non era stato fatto cardinale poichè - ed anche qui non è un segreto - Pio XII gli negò la porpora per ragioni che ancora non sono state del tutto chiarite, ma che si possono individuare con i fatti che seguono....

MONTINI E PIO XII

Negli anni Cinquanta, mons. Montini all'epoca sostituto della Segreteria di Stato, mantenne dei colloqui segreti con il Cremlino, senza che Pio XII ne fosse al corrente.

Che situazione fu mai questa?

Pio XII aveva mandato DI NASCOSTO, dall'altra parte della Cortina di ferro alcuni vescovi travestiti con l'intenzione di aiutare la Chiesa perseguitata nei Paesi dell'Est e questi avevano ricevuto l'incarico del Papa di fare alcune consacrazioni di altri Vescovi...

Ma qualcosa andò storto!

Improvvisamente questi vescovi inviati dal Papa furono tutti arrestati da Mosca  E FUCILATI o mandati nei Gulag della Siberia senza alcun processo e senza informare la Santa Sede.
Pio XII, appena che l'ebbe saputo, ne fu profondamente costernato e non si dava pace, non capiva che cosa fosse accaduto viste le mille precauzioni  prese....
Ma nel 1954, l'arcivescovo di Riga (Lettonia) comunicò personalmente a Pio XII una informazione importantissima ricevuta dal vescovo luterano di Uppsala (Svezia), che a sua volta l'aveva saputo direttamente dai servizi segreti occidentali.... insomma Pio XII venne a sapere che il KGB era stato informato della presenza dei vescovi clandestini niente meno che da "informazioni dalla Segreteria di Stato"....
Sembra che Pio XII pianse amaramente al solo pensiero di essere stato tradito dalla Segreteria più importante e senza perdersi d'animo aprì immediatamente un'indagine e qui scoprì i contatti avuti tra Montini e il governo dei "rossi" a sua insaputa, ossia "contatti non ufficiali".....
Fu qui che immediatamente e sotto l'apparenza di una promozione, predispose l'immediato trasferimento di Montini alla Sede ambrosiana.
E senza manifestare alcuna emozione, alla consacrazione del nuovo successore di sant'Ambrogio, che ebbe luogo a san Pietro, Pio XII non fu presente...e Montini se ne andò appunto, senza il tradizionale "cappello rosso", un fatto che stupì tutti in Vaticano, ma anche nella sede ambrosiana.

C'è da chiedersi come mai Pio XII fu così "buono" con Montini...

Il fatto è che probabilmente Pio XII non aveva avuto le prove che cercava. Certo, aveva avuto la prova che Montini intratteneva "contatti non ufficiali" con l'oltre Cortina, ma non aveva avuto le prove dell'alto tradimento tanto da incolparlo della morte dei Vescovi inviati di nascosto dal Pontefice.... e se Pio XII avesse avuto prove più sicure di certo avrebbe preso misure più drastiche del promoveatur ut amoveatur....

Dal canto suo e a onore del vero, Montini fu in un certo senso innocente della morte di quei vescovi, ma agì imprudentemente nel prendere la decisione di intrattenersi in colloqui non ufficiali alle spalle del Pontefice!

Il vero colpevole fu un padre gesuita, Alighiero Tondi, alias "Cippico", per altro subordinato di Montini, che le guardie messe da Pio XII a vigilare la Segreteria, scoprirono in fragrante nell'atto di fotocopiare dei Documenti segreti.... e così padre Tondi venne prima scomunicato e consegnato alla giustizia italiana che lo condannò a due anni di prigione, durante i quali si sposò con l'amante - con rito civile - Carmen Zanti, militante del Partito Comunista e obbediente tassativamente a Palmiro Togliatti...

LO SCONCERTO CHE PERÒ NON TUTTI OGGI SI SPIEGANO È QUANTO SEGUE:

il Tondi con la sua compagna trasmigrarono in Germania dell'Est dove lui divenne segretario del dittatore comunista Walter Ulbricht ed ottenne anche la cattedra di ateismo nell'Università Marxista-Leninista.

Quando Paolo VI fu eletto, la coppia ritornò in Italia.... e Tondi venne preso come funzionario civile in Vaticano e la Zanti ricevette incarichi prestigiosi nel Partito Comunista italiano....
Inoltre Paolo VI legalizzò quel matrimonio canonicamente nel 1965....

Ma non finisce qui.... quando la Zanti morì il funerale fu il pretesto di una grande manifestazione comunista e il Tondi, rimasto vedovo, chiese di essere riabilitato come sacerdote.... concessione che gli venne data niente meno che da Giovanni Paolo II nel 1980 e non solo, gli venne anche conferito il titolo di monsignore con la carica di "prelato d'onore" e mantenne un importante posto nella curia romana...

Questo epilogo è, per certi versi, molto incomprensibile dal momento che Paolo VI non giustificò mai attraverso uno scritto l'evoluzione di questa situazione, né il Tondi formulò mai le proprie scuse ne richieste di perdono, né fece mai abiura dei suoi anni vissuti da professore presso la cattedra ateistica dell'Università Marxista....si dice solo che rimasto vedovo "si ravvide", ma nulla di più su tutta la vicenda.

IL CONCLAVE DEL 1958

Dal lato dei Conservatori-tradizionali c'era un giovane candidato, il cardinale Giuseppe Siri che all'epoca aveva cinquantadue anni e pertanto difficilmente eleggibile, così almeno si pensava all'epoca tanto che, alla voce di chi voleva Siri Papa, rispondeva un'altra voce che diceva: " Vogliamo un Padre santo, non un Padre eterno!" a sottolineare la giovane età del prelato....
Si optò così per un "Papa di transizione", accettabile da entrambi gli schieramenti e fu scelto il cardinale Roncalli, appoggiato e sostenuto anche dal cardinale Ottaviani che lo riteneva "aperto, ma ortodosso nella dottrina"....

e qui si apre un altro piccolo giallo....

l'ala innovatrice del Conclave diedero i voti a Roncalli MA FACENDOGLI UNA CONDIZIONE, ossia che al primo Concistoro Montini fosse fatto cardinale....liberandogli in tal modo la strada pensando già alla sua successione....
Roncalli mantenne la promessa!

Su Giovanni XXIII molto si è detto e forse dell'imprudenza di aprire un Concilio del quale egli stesso non sospettò affatto le conseguenze, c'è da dire, per onor del vero, che le sue intenzioni erano davvero buone.

Egli non voleva affatto rivoluzionare la Chiesa, pensava di estendere i frutti del Sinodo Romano del 1960 con un approccio semplicemente conservatore e dare l'opportunità a tutti i Vescovi della terra di potersi incontrare  e parlarsi dei problemi delle rispettive comunità e trovare nuovi modi per comunicare la sana dottrina in un mondo che cambiava vertiginosamente, il Papa non voleva altro!

Tuttavia fu egli stesso imprudente perchè nella composizione dell'assemblea in chiave ecumenica, non ci si poteva attendere il risultato da lui desiderato e si sarebbe dovuto sospettare il ribaltamento delle sue stesse intenzioni.

Giovanni XXIII, imprudentemente dunque, fece imbarcare la Chiesa in una avventura della quale nessuno sapeva come sarebbe potuta finire...

Il cardinale Tisserant disse, quando morì Giovanni XXIII, che la Chiesa "avrebbe impiegato 40 anni per riprendersi dal danno causato da questo Papa" (nota mia: noi che viviamo l'oggi con Benedetto XVI a distanza di oltre 40 anni, possiamo dire che questa profezia si è avverata....).

IL CONCLAVE DEL 1963

... nel 1963, nel Conclave, si riaccese la rivalità fra Conservatori-tradizionalisti e progressisti-modernisti.
Tuttavia a differenza dell'ala Conservatrice che non aveva chiaro un unico candidato, anche se proponevano Ildebrando Antoniutti appoggiato da Ottaviani, l'ala innovatrice era questa volta compatta verso Montini, unico candidato....appoggiato per altro in una famosa riunione a Grottaferrata dai cardinali Frings e Lercaro che portarono a termine una fruttuosa campagna per Montini che infatti fu eletto Papa....

Paolo VI fu un Papa molto complesso e contraddittorio, appare quasi impossibile tracciarne un unico verdetto.
Era un uomo che pensando dieci cose, nove le ricambiava nell'attuazione, c'è per esempio l'incomprensibile ripensamento della tiara.
Quando Montini divenne Papa e l'arcidiocesi di Milano organizzò una sottoscrizione per donargli la tiara, pochi sanno che fu lo stesso Montini ad ordinarne la composizione.
Fu Montini a scegliere il disegno ispirandosi alla forma usata da Bonifacio VIII per l'Anno Santo del 1300.
Ma come poi ben sappiamo dalla storia, appena egli ne fu incoronato, il 30 giugno del 1963, la diede in vendita per dare il ricavato ai poveri.
Ancora oggi non si discute tanto sulla tiara in quanto ornamento, venduto per darne il ricavato ai poveri, nobile gesto, quanto il fatto di una arbitraria decisione nel voler eliminare il simbolo del potere per modificare l'immagine della Chiesa.

 Il dubbio che Montini ha fatto scaturire è stato proprio quello di una immagine di Chiesa che per la prima volta cambiava non a seguire la Tradizione ma seguendo l'andamento del mondo.
Paolo VI inaugurò una immagine di Chiesa fondata sull'onda emotiva del momento e a seconda delle capacità comunicative del Pontefice eletto.

L'atteggiamento incomprensibile e volubile della complessa personalità di Paolo VI, lo si evince anche quando perfino l'ala progressista che lo aveva eletto fin dal Conclave del 1958, eleggendo Roncalli solo come transizione in attesa di avere Montini cardinale, ne rimase profondamente delusa...

Paolo VI che sembrava il grande innovatore e il propugnatore delle cause dell'ala progressista, si arrestò tuttavia di fronte alle questioni etiche e morali difendendo la dottrina della Chiesa categoricamente fino a scrivere la Humanae Vitae e la Mysterium Fidae che salverà lo stesso Pontefice da ogni dubbio circa l'ortodossia della fede.

In questo modo Paolo VI si trovò completamente "solo", incompreso sia dall'ala progressista che lo aveva eletto, sia dall'ala conservatrice che temeva le sue idee innovatrici.
Incompreso o meno resta palese che Paolo VI agì spesse volte in modo contraddittorio, con uno stile tutto suo spesso autonomo come quando, appunto, agiva di nascosto alle spalle di Pio XII.

I Papi che seguirono Paolo VI ebbero così  a che fare con una eredità gravosa: rendere credibile una immagine di Chiesa che da una parte si rifletteva in qualità di "amica del mondo" togliendole i fasti, il simbolo del potere temporale e spirituale che era la tiara e perfino la sedia gestatoria, e dall'altra ne condannava ancora una volta i vizi e i peccati.

La capacità della Chiesa di essere credibile non partiva più dalla sua dottrina, ma dalla capacità del Pontefice nel renderla credibile.

Quanto questa rivoluzione sia stata giusta o meno, lo dirà la storia, certo è che la crisi della Chiesa comincia proprio da quando ne venne intaccata l'immagine a partire dalla Liturgia, ma questa è un altra pagina che valuteremo più avanti.

LA CONCLUSIONE DI QUESTO TRAVAGLIO

Quando Paolo VI morì, lasciava la Chiesa in una profonda divisione, il principio di autorità pericolosamente contestato ed offuscato, il Clero in piena crisi, le Gerarchie - non tutte ma un fortissimo numero - si comportavano in forma scismatica - un esempio eclatante è il caso olandese - Paolo VI trascorse i suoi ultimi anni in profonda crisi....tormentato da molte situazioni lamentevoli!

C'è un piccolo giallo nel secondo Conclave del 1978 dopo la morte di Albino Luciani, Giovanni Paolo I.

Il Cardinale Siri in una intervista concessa al suo biografo Benny Lai, confermò che in quel Conclave aveva ricevuto i voti necessari per essere eletto Papa, ma che vi rinunciò...

Nell'intervista Siri conferma l'accaduto dicendo testualmente:
"Ho chiesto perdono a Dio!" aveva osato rifiutare la suprema dignità conferitagli.
Tuttavia Siri non svelò mai, neppure nell'intervista le ragioni di quella rinuncia.

Qualcuno molto vicino al cardinale, dopo la sua morte, narrava di come il cardinale sarebbe stato minacciato per sé e per i suoi familiari se avesse accettato la tiara....

Da allora si dice di Siri "Il Papa che non volle regnare - o che non potè ", il cardinale Siri che portò con sé il suo segreto nella tomba....


Fonte:  visto su DIFENDERE LA FEDE FORUM del 7 ottobre 2010



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