giovedì 12 marzo 2015

DAL NULLA NON SI CREA RICCHEZZA E NEMMENO LAVORO

San Giovanni Lupatoto anno 1974 lavoro di verniciatura  nel calzaturificio Sartica 



Di Matteo Corsini

“In un mondo governato per troppi anni dalle speculazioni finanziarie, ci siamo dimenticati che l’unico modo per creare ricchezza e distribuirla è creare il lavoro. Di questo, immediatamente, dobbiamo tornare a parlare”. 
Capita abbastanza spesso di sentire affermazioni come quella di Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl. E non solo da parte di sindacalisti.

Non intendo soffermarmi sulla prevedibile condanna delle “speculazioni finanziarie”, quanto sul passaggio successivo, che stravolge completamente la realtà.
Non è creando lavoro che si crea ricchezza.
La ricchezza si crea se, utilizzando diversi fattori produttivi, tra i quali il lavoro, si riesce a offrire beni o servizi che incontrano la domanda dei consumatori generando ricavi superiori ai costi.
Se la creazione di ricchezza genera un aumento degli investimenti produttivi è probabile che aumenti la domanda di lavoro.

Ogni posto di lavoro che non sia generato in tal modo non contribuisce a creare ricchezza, bensì a distruggerla.
Per questo non hanno alcun senso interventi governativi che creino lavori definiti “socialmente utili” o il mantenimento in vita di aziende fallite mediante sussidi pubblici.
Ciò che si vede, in quei casi, sono i redditi percepiti dai beneficiari dei provvedimenti.
Ciò che non si vede sono i beni e servizi che non possono essere prodotti e scambiati volontariamente da coloro ai quali le risorse per “creare” lavoro sono prelevate.

Non si può creare ricchezza dal nulla, e neppure lavoro.




Fonte: da  Miglioverde   del 4 marzo 2015


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