domenica 12 aprile 2015

MILANO, TERRA DI FALLIMENTI: DALLA ‘NDRANGHETA ALLA STRAGE IN TRIBUNALE



di STEFANIA PIAZZO

Milano è una città groviera. Quattro morti nel Tribunale, un magistrato, un avvocato, un testimone uccisi a sangue freddo. Un metal detector che non funziona.
Ma la strage di innocenti che raggela l’anima, nel luogo simbolo delle mani pulite, del riformismo giudiziario, ha consumato la sua nemesi politico-economica non a caso nella sezione fallimentare, quella dei brigantaggi delle imprese, degli appalti così e così, delle bancarotte fraudolente.

 E’ la Milano dal cuore malato, la Lombardia che si scopre in provincia luogo di iniziazione della ‘Ndrangheta, nei paesi della Pedemontana.
E’ la Lombardia dove si è mangiato su Expo, è il territorio su cui il presidente dell’Anticorruzione, Cantone, non mette le mani sul fuoco, dicendosi non certo che non si troveranno altri appalti fuori luogo.
Una catena dì sant’Antonio di compiaciute compiacenze finanziarie. E politiche.
Apri, mangi e chiudi. E non paghi i fornitori, non paghi i lavoratori.

Milano città specchio degli inganni ha consumato nella strage di innocenti del suo Tribunale, il rito di un gruppo di agnelli sacrificali casuali, che risveglia le nostre coscienze.

Come avvenne per caso l’assassinio dell’arciduca alla vigilia della prima guerra mondiale, solo perché uno degli attentatori si era dato alla fuga e aveva intercettato l’auto dei sovrani che aveva cambiato banalmente tragitto per recarsi a salutare  le persone che erano state coinvolte nella tentata strage, così a Milano la ruota del destino ha colpito una città addormentata, sonnambula, sicura che tutto è sotto controllo, che nulla è fuori posto.

Invece, fuori, e anche dentro, è il caos che divora come un tumore la Lombardia. Dei fallimenti.


Fonte: da L’Indipendenza


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