mercoledì 21 dicembre 2016

IL PROGRAMMA DI GEERT WILDERS PER LA LIBERAZIONE DELL’OLANDA



Il discorso del politico cosiddetto “populista” di “estrema destra” (strani termini per indicare un baluardo della democrazia contro il fascismo globalista e il nazismo islamico) chiarisce le priorità politiche e sociali del suo partito, il PVV, in vista delle elezioni 2017.


GEERT WILDERS


Pim Fortuyn, l’eroe di Rotterdam, l’uomo che ha dato una sveglia al nostro Paese, una volta disse: “Non puntare a ciò che è possibile, ma a ciò che è immaginabile”. Egli intendeva dire che per noi, gli olandesi, nulla è impossibile.

Pim Fortuyn aveva ragione. Niente è impossibile per noi. Siamo olandesi.

Guardate il nostro Paese. Abbiamo creato da soli questa terra bella e unica. Siamo le sole persone al mondo che vivono in un Paese in gran parte creato dai suoi abitanti. Un grande risultato.

Non solo abbiamo creato questo Paese, ma abbiamo anche esplorato il mondo. Abbiamo solcato tutti i mari. Abbiamo fondato New York e scoperto l’Australia. Ma, a volte, si direbbe che abbiamo dimenticato tutto. Dimenticato di cosa siamo capaci. Di cosa siamo capaci quando uniamo i nostri sforzi. E forse questo è il nostro problema. Dobbiamo avere il coraggio di tornare a pensare in grande. Perché volere è potere.


Pim Fortuyn 


E sì, lo so. Ci sono parecchie cose che ci fanno arrabbiare. E ne abbiamo tutte le ragioni. Questo governo ha distrutto il nostro Paese con la sua austerità e ha consentito che fosse colonizzato dall’islam. Ma cominciamo a puntare all’immaginabile. Cerchiamo di liberare la nostra terra.

Quattro anni fa, Mark Rutte vinse le elezioni con una campagna basata su false promesse, a suon di menzogne e falsità. Niente più soldi per i greci, mille euro per ogni cittadino olandese, una rigorosa politica di immigrazione. E il Partito Laburista era il suo nemico, come tutti ricordano. Di recente, Rutte ha chiesto scusa, ma non si è comportato di conseguenza. Al contrario, dopo le scuse ha continuato e sta continuando a distruggere e svendere il nostro Paese. Magari governerà con i laburisti per altri quattro anni. Nessuno crede più a ciò che dice. E vi domando: volete un premier come questo per i prossimi quattro anni?

In questo momento, state vivendo nel Paese di Mark Rutte. E per molti, questa terra non è più piacevole. Basta uscire di casa e guardarsi intorno. È probabile che incontriate dei teppisti davanti all’ingresso del vostro supermercato. Che siate oggetto di sputi e o veniate derubati sul posto. Che le vostre figlie, le vostre mogli e i vostri genitori vengano molestati e non osino più uscire di casa la sera. Che stiate diventando stranieri nel vostro stesso Paese. Tutto questo deve cambiare. Perché questo è il nostro Paese. E ve lo stanno togliendo. E io ve lo restituirò.

Un politico come me, che dice la verità su un problema enorme che tanti olandesi devono affrontare quotidianamente – sì, sto parlando del terrore dell’islam e del problema dei marocchini – viene trascinato in tribunale. Deve affrontare un processo, mentre gli imam possono predicare tutto l’odio che vogliono e le alte sfere della politica rimangono in silenzio. Si definiscono leader, ma non guidano, ingannano.

Il programma di Mark Rutte si riassume in una frase: inadempienza del proprio dovere.

Il mio programma per l’Olanda si chiama Liberazione. La liberazione inizia con l’esporre i fatti.

Ed eccoli, i fatti. Qui da noi, sei detenuti su dieci sono immigrati; e di tutti i carcerati, più del 10 per cento sono di origine marocchina. Si ritiene che i giovani marocchini commettano crimini con una frequenza quasi cinque volte maggiore rispetto ai giovani autoctoni. I Paesi Bassi sono diventati una continua diretta di Chi l’ha visto? Un politico che tace su questo è inutile. Io mi rifiuto di tacere.

E non tacerò sull’islam. Mai e poi mai. Perché il silenzio è pericoloso. Lo scorso luglio è morto il Premio Nobel Elie Wiesel, sopravvissuto all’Olocausto. Lo conobbi qualche anno fa a New York. Ha dato al mondo una saggia lezione: “Quando qualcuno dice che ti vuole uccidere, credigli”. L’islam afferma che vuole ucciderci. Il Corano non lascia alcun dubbio a riguardo.

Sette musulmani olandesi su dieci credono che i precetti religiosi siano più importanti delle leggi dello Stato. E più di un musulmano su dieci che vive qui ritiene accettabile l’uso della violenza in nome dell’islam. Sono oltre 100.000 individui. Molti rifiutano di integrarsi e non mostrano alcun rispetto per le autorità olandesi in zone come Maassluis o Poelenburg. Ci mostrano il dito medio. Gli hooligan musulmani sfilano con le bandiere dello Stato Islamico per le vie dell’Aja e occupano i ponti con le bandiere turche a Rotterdam. Questo è il nostro Paese, ma a sventolare sono i loro vessilli.

Guardiamole, quelle bandiere. E guardiamo la nostra. Sul nostro vessillo non campeggia nessun versetto del Corano, nessuna mezzaluna, ma strisce rosse, bianche e blu. Il rosso sta per la nostra identità, il bianco per la nostra libertà e il blu per la verità. È giunto il momento che in ogni casa, in ogni strada, in ogni comune sventoli la nostra bandiera. Ovunque. Con orgoglio. Perché questa è la nostra terra, la nostra Olanda! E sta implorando di essere liberata.

Quando sarò al potere, difenderò il nostro meraviglioso Paese. E questo sarà possibile soltanto se ci de-islamizzeremo. Voglio farne il fulcro della mia politica. Perché mi rifiuto di lasciare che questo nostro meraviglioso Paese perisca, e mi batterò per la nostra cultura e la libertà del nostro popolo.

I nostri valori non sono islamici, ma basati sulla civiltà giudaico-cristiana e umanistica. Abbiamo il diritto e la libertà di scegliere come vogliamo vivere la nostra vita, e di non rinunciare mai a questo diritto. Dodici anni fa, Theo van Gogh venne assassinato. Ha dato la vita per la libertà che sta alla base della nostra identità olandese. E questa identità deve difendere sé stessa. Non dobbiamo permettere a chi vuole distruggere la nostra libertà di abusarne per togliercela. Dobbiamo smetterla di fare gli ingenui e difenderci. Perché questo è il nostro Paese.

Gli olandesi sono pienamente consapevoli del fatto che, pur essendoci musulmani moderati, non esiste un islam moderato. Due cittadini su tre affermano che la cultura islamica non appartiene all’Olanda. Tre quarti ritengono che i politici sottovalutino il problema del crescente numero di musulmani. Oltre tre quarti degli olandesi non ritengono affatto che l’islam sia un arricchimento per il Paese. Queste persone hanno ragione. Ma nessuno le ascolta. Solo io lo faccio.

Mark Rutte ha parlato di ottimismo testardo, ma l’Olanda non ha bisogno di muli sorridenti. Ha bisogno di eroi dotati di solido realismo. Non possiamo permetterci di sottovalutare la gravità della minaccia. Perché la minaccia è esistenziale: è in gioco la sopravvivenza del nostro Paese. I potenziali terroristi sono già in mezzo a noi in gran numero e arrivano quotidianamente in Europa, anche tra i flussi dei richiedenti asilo. Camminano liberamente qui. Non fare nulla a riguardo, lasciando le nostre frontiere spalancate a decine di migliaia di immigrati islamici in cerca di fortuna, provenienti dal Medio Oriente e dall’Africa, è inadempienza al proprio dovere.

Dobbiamo anche liberarci dagli eurofili di Bruxelles, che con la nostra identità, la nostra sovranità e la nostra prosperità ci puliscono i pavimenti. Non abbiamo più il controllo dei nostri confini, del nostro denaro, della nostra democrazia. Se anche decidessimo con un referendum che non vogliamo qualcosa – tipo l’accordo di associazione con l’Ucraina – ce lo farebbero ingoiare a forza. Questo perché la volontà popolare è irrilevante per l’élite. Si stanno prendendo gioco di noi.

Tutto ciò che appartiene alla nostra cultura ci viene portato via. Anche Zwarte Piet (1) non è più permesso. L’establishment vuole abolire la parola allochtoon, straniero, ma è la popolazione autoctona che sta perdendo il proprio Paese. Mi rifiuto di permettere che ciò accada. Questa è la nostra patria, la nostra cultura, la nostra identità: l’Olanda, questo bellissimo Paese, questa grande nazione, questo faro di libertà, che è nostro e rimarrà nostro! È ora di fronteggiare la tirannia.

Oggi, rivolgo un appello a tutti gli olandesi. A tutti coloro che godono delle nostre libertà duramente conquistate, a tutti coloro che vogliono salvaguardare la prosperità e il benessere per i loro figli e nipoti: dimostriamo al mondo che siamo olandesi. Lottiamo – democraticamente e in modo non violento – contro i poteri che stanno svendendo il nostro Paese. Il compito che ci attende è immenso. Ma lo è anche il nostro coraggio di difenderci. Ci sono molte cose buone da preservare e molte cose che devono essere ricostruite.

È arrivato il momento di usare un linguaggio chiaro: il denaro olandese al popolo olandese! Non un centesimo all’Africa, alla Turchia, alla Grecia o a Bruxelles, non più. Se lo facessimo, tante cose diventerebbero possibili. Pensateci! Saremmo in grado di ridurre le tasse per tutti, e così il potere d’acquisto aumenterà in modo rilevante e l’economia potrà ricevere un forte impulso. Potremo offrire ai nostri anziani una vecchiaia dignitosa. Saremo in grado di ridurre l’età pensionabile di nuovo a 65 anni e le pensioni non dovranno essere tagliate.

Voglio anche mantenere aperte le nostre case di riposo e assumere migliaia di altri infermieri. Nella mia Olanda, rimedieremo al terribile degrado della sanità sotto il governo Rutte II, e ci saranno molti infermieri che si prenderanno cura dei nostri anziani, con amore e rispetto, giorno e notte. Nella mia Olanda, aboliremo le franchigie nell’assistenza sanitaria. È intollerabile che gli olandesi evitino di curarsi perché non possono permetterselo, mentre gli asilanti, che in media costano mille euro in più all’anno in spese sanitarie, ottengono tutto gratis. Questa ingiustizia mi ripugna.

Potremo spendere di più per la polizia e l’esercito, in modo da avere più risorse per mantenere il nostro Paese libero e sicuro, proteggendo proprietà e confini. Dobbiamo chiudere le frontiere ai richiedenti asilo e agli immigrati provenienti dai Paesi islamici, non permettere più agli jihadisti di fare ritorno dalla Siria, privare della cittadinanza ed espellere i criminali con doppio passaporto. Dobbiamo liberare il nostro Paese.

Intendo anche introdurre la democrazia diretta con referendum propositivi. Il nostro sistema politico è ancora quello del XX secolo, governato dalle stesse élites politiche arroganti, con le loro false promesse e scuse ipocrite. Se il disastro creato da Mark Rutte ci ha insegnato una cosa, è questa: la gente dovrebbe essere in grado di tirare il freno di emergenza, quando il potere politico viola la volontà popolare. E non soltanto una volta ogni quattro anni.

Nei decenni passati, milioni di olandesi hanno assistito con i propri occhi al saccheggio del loro Paese. Non ci voleva un genio per capire che sarebbe finita male. Il costante trasferimento di sovranità all’Unione Europea, l’euro che fa più male che bene, lo spreco senza fine di denaro speso per i greci, i pericoli dell’islam, le frontiere aperte e l’immigrazione di massa, la crescente minaccia del terrorismo, lo tsunami dei richiedenti asilo, l’aumento delle tasse e, infine, i tagli al sistema sanitario per le persone anziane e i disabili, tutto ciò ha schiacciato la parte più debole della nostra società.

Purtroppo, chi ha lanciato l’allarme ha dimostrato di avere ragione. Ma c’è una speranza. Insieme possiamo occuparci di tutto ciò. Quando una nazione si sveglia e inizia a muoversi, tutto è possibile. Non sto dicendo che il compito sarà facile. Ma si può fare e deve essere fatto. Un Paese forte e sovrano, dove il duro lavoro viene premiato e i deboli sono protetti, dove i terroristi non possono attraversare il confine a Hazeldonk, (2) dove le donne possono camminare per strada in minigonna senza essere molestate o aggredite sessualmente, dove le cure sanitarie sono accessibili e le pensioni dignitose, dove tutti i cittadini – tra cui ebrei, omosessuali, donne e critici dell’islam – sono al sicuro. Dove il patriottismo non è un affronto ma un motivo di vanto. Dove l’islam è messo alla porta.

Questo splendido Paese, il nostro Paese, non è perduto. I migliori anni sono quelli che devono ancora venire. Se faremo le scelte giuste. E diciamo addio a chi distoglie lo sguardo dai problemi e svende l’Olanda.
È giunto il momento della liberazione! Riprendiamoci il nostro Paese tutti insieme. A partire dal 15 marzo 2017!


N O T E

1) Zwarte Piet, “Pietro il moro”, è un personaggio del folklore olandese e fiammingo. Ha sembianze africane. [NdR]
2) Il principale valico di frontiera tra Olanda e Belgio. [NdR]



Fonte: da rivista etnie, del  22 novembre 2016





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