giovedì 20 luglio 2017

IN UN'AUTOBIOGRAFIA LE ULTIME ORE DI HITLER: "L'HO VISTO MORIRE E HO PRESO A SCHIAFFI IL FIGLIO DI GOEBBELS"




Ha visto Adolf Hitler piantarsi la canna di una pistola sulla tempia e spararsi un colpo per farla finita, dopo aver vissuto a stretto contatto nel bunker in cui il Führer trascorse gli ultimi mesi di vita, mente il terzo Reich e la potenza del nazismo andavano sgretolandosi. Johanna Ruf, la quindicenne che si rinchiuse nel rifugio dei nazisti insieme ai gerarchi del regime racconta ora i dettagli degli ultimi giorni prima della fine, in un'autobiografia che farà molto parlare di sé.

La donna ha ora 88 anni ed è l'ultima sopravvissuta tra le persone che si proteggevano nel famoso bunker della capitale tedesca. All'epoca della Seconda guerra mondiale, Johanna era un'adolescente e prestava servizio come infermiera, tentando di curare i soldati feriti nei combattimenti di Berlino. "Goebbels mi diceva che la battaglia finale era alle porte" racconta la Ruf. Un errore di valutazione clamoroso da parte dell'uomo che era incaricato di guidare la difesa della capitale.

L'autobiografia altro non è che la raccolta dei diari scritti dall'allora ragazza nel 1945 e verrà pubblicata a breve in Germania e poi in tutto il mondo. Si tratta di un racconto quotidiano di quanto accadeva all'interno del "cerchio magico" nazista, rinchiuso nel bunker.
"Ho anche schiaffeggiato il figlio di Goebbels, Helmut, ci aveva provato con me" ricorda la Ruf. Ed è proprio questo episodio a dare il titolo al libro, Uno schiaffo in faccia al piccolo Goebbels.

"Per molto tempo l'accaduto mi ha creato un forte imbarazzo" ha spiegato Johanna. "Poche ore dopo, infatti, Helmut e i suoi cinque fratelli erano morti, avvelenati dalla madre Magda nel bunker".

Nel gennaio del '45 la Ruf si trovò in mezzo a una sparatoria nelle strade di Berlino e dovette schivare dei proiettili, poi venne catturata dalle truppe russe. Venne infine liberata dopo due mesi vista la sua giovane età.

La disavventura l'ha fatta apprezzare agli occhi di Hitler, che avrebbe voluto premiare lei e altri ragazzi, ma tutto saltò. La storia della Ruf è rimasta nascosta nella sua memoria per tutti questi anni e la casa editrice ha cercato di convincerla in tutti i modi a pubblicare. Alla fine Johanna ha ceduto.


Fonte: da http://www.huffingtonpost.it/ del 7 luglio 2017



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