domenica 17 settembre 2017

UN REGIME DI BUFFONI




Da dove può nascere a 72 anni dalla fine del fascismo una legge che vieta la propaganda fascista e la compravendita di oggettistica in materia? Da forme patologiche di odio, di psicosi e di fobia. E da ignoranza, malafede e stupidità. 

Non riesco a trovare migliori spiegazioni per capire il movente di approvare subito, a tambur battente, appena si sono riaperte le camere, una legge così grottesca, così anacronistica, in piena tempesta di violenze sessuali e stupri, di emergenza dei flussi migratori e di allarme terrorismo islamista. 

Nel centenario della nascita del comunismo, il più grande orrore totalitario del Novecento, per quantità di vittime, durata ed estensione, in Italia si apre una ridicola campagna antifascista per reprimere il mercatino nostalgico del web e le sue propaggini di vintage & folclore. 

E si approva, in un paese che già prevede due leggi speciali ad hoc che puniscono quel reato d’opinione, vale a dire la legge Scelba e la legge Mancino, un’ennesima legge acchiappafantasmi, fasciofoba e canagliesca. 

Viviamo sotto un regime di buffoni che ridicolizzano le cose serie – come il fascismo, lo stesso antifascismo, la storia e la guerra civile – e prendono sul serio le cose ridicole o innocue, come il suk di busti del duce, le canzoni fasciste, i saluti romani, le caricature del fascio. 

Potremmo limitarci a ridere di questa legge surreale. E a confidare che non riusciranno ad applicarla senza essere spernacchiati dalla gente; e comunque la sua nefandezza sarà temperata dalla notoria inefficienza della nostra giustizia. 

Però poi ci resta una forma di rabbia e di amarezza perché vediamo stuprata ancora una volta la verità, la storia, il rispetto umano. Stupro di gruppo. 

Chi renderà onore a quanti hanno combattuto, dato la vita, per la patria nel nome dell’Italia fascista, senza commettere alcun crimine, rientra nel reato di propaganda fascista? 

Chi ricorderà il più grande poeta del novecento, finito in una gabbia come una scimmia e poi in un manicomio criminale perché fascista, Ezra Pound, sarà passibile di condanna? 

Chi ricorderà il più grande filosofo italiano del Novecento, ucciso perché fascista, Giovanni Gentile, sarà anche lui sotto tiro a norma di legge? 

Chi difenderà la memoria dei fratelli Govoni, del grecista Pericle Ducati, del poeta cieco Carlo Borsani, dei fascisti veri e presunti che versarono “il sangue dei vinti”, dalle zone carsiche al triangolo rosso, potrà farlo senza incorrere in quella legge liberticida? 

Chi sosterrà che se vogliamo eliminare in Italia le opere del fascismo dovremmo raderla al suolo, e trasformare Roma in Cartagine, sarà condannato in virtù della legge? 

E chi ricorderà che il fascismo ebbe grande e duraturo consenso di popolo, ammirazione nel mondo e da parte dei più grandi statisti dell’epoca, sostegno da parte delle menti più acute del suo tempo, verrà processato? 

Potrei continuare all’infinito. Riconoscendomi appieno in tutte queste affermazioni, mi condannerete per effetto di quella legge infame? Sono pronto a ripeterle ad una ad una una volta che passerà al Senato e diventerà legge.

L’effetto che produce una legge come questa è di alimentare nei ragazzi il fascino del proibito, nell’opinione pubblica la convinzione di vivere sotto un regime liberticida, che ha paura delle opinioni e non si cura delle vere necessità e priorità del popolo, e in chi conosce la storia, ha passione di verità, il desiderio di riaffermare con forza caparbia l’altra metà negata della storia. 

Il vostro problema è che prendete la parte per il tutto, siete perdutamente settari, faziosi, partigiani. Mentre c’è un solo modo di vedere bene le cose, diceva Ruskin, vederle per intero.
Per finire vi offro tre curiosità. 

Sapete che durante il regime fascista morirono più antifascisti italiani in Unione sovietica, che nell’Italia fascista? Centinaia di italiani, comunisti, antifascisti e a volte anche ebrei, che erano fuggiti dall’Italia fascista, furono uccisi nella Russia comunista con l’avallo del segretario del suo partito, il sullodato Togliatti. In Italia, persino sotto il Duce, avrebbero avuto una sorte migliore… 

Sapete poi che il presidente dell’infame Tribunale della razza, nonché firmatario del «Manifesto della razza», Gaetano Azzariti, diventò il più stretto collaboratore del leader del Pci, Palmiro Togliatti al ministero di Grazia e Giustizia, dopo essere stato Guardasigilli con Badoglio? Avete mai avuto nulla da ridire, sul fatto che poi, grazie a questi precedenti, lo stesso Azzariti sia diventato il primo presidente della Corte costituzionale fino alla sua morte nel 1961?

Infine. Sapevate che il primo concordato tra lo Stato italiano e gli ebrei fu fatto nel 1930 dal regime fascista? Una commissione composta da tre rappresentanti degli ebrei e tre giuristi varò un concordato in cui, scrive De Felice, «il governo fascista accettò pressoché in toto il punto di vista ebraico». 

Il presidente del consorzio ebraico, Angelo Sereni, telegrafò a Mussolini«la vivissima riconoscenza degli ebrei italiani» e sulla rivista ebraica Israel Angelo Sacerdoti definì la nuova legge «la migliore di quelle emanate in altri Stati». 

Se ricordate le infami leggi razziali, ricordatevi pure di questo: e chiedetevi cos’è successo nel frattempo, a chi e a cosa attribuire il cambio di passo…

Ma voi non sapete, e se sapete fingete di non sapere. Mi vergogno di voi non solo al cospetto di tutti costoro che ho citato, ma anche nei confronti di chi il fascismo lo affrontò a viso aperto, pagando di persona. 

Sfruttate come iene, corvi e sciacalli la memoria di costoro e martoriate i corpi senza vita di coloro che furono onesti, puliti, a volte anche grandi, però dalla parte “sbagliata”. 

Vilipendio di cadavere, oltraggio alla memoria, omissioni plurime e aggravate, questi sono i vostri reati di cui nessuno avrà il coraggio di accusarvi e nessuno di voi avrà il pudore di vergognarsi. 
Chi l’avrebbe mai detto che dopo tre quarti di secolo dalla sua sepoltura, nell’era della fibra, noi dovessimo star lì ancora a discutere di fascismo e di antifascismo viventi…

PS A Roma al centro anziani, militanti antifascisti aggrediscono quelli di Casa Pound.  Viva la libertà, la democrazia e la legge Fiano.

MV, Il Tempo 14 settembre 2017


Fonte: da Marcello Veneziani;  Il Tempo 14 settembre 2017

Link: http://www.marcelloveneziani.com/articoli/un-regime-buffoni/



IL FASCISMO È L’OSSESSIONE DI CHI NON SA VIVERE SENZA NEMICI E RANCORE





Intervista a Marcello Veneziani di Davide Brullo, pubblicata sul Giornale del 12 luglio 2017

La proposta di legge di Fiano e del suo partito di mandare al carcere chi vende gadget ‘fascisti’ o divulga in rete immagini del Duce, mi pare una lotta di retroguardia, che nasconde una insana nostalgia verso le ideologie. Nelle pagine di Storia, infatti, non ci sono innocenti e non si possono eleggere ‘giusti’ per legge. Lei come la pensa?

C’è innanzitutto qualcosa di sproporzionato, di mostruoso, nel demonizzare per 72 anni (e non è finita) un’esperienza che è durata poco più di venti.

C’è poi una ricerca ossessiva di rassicurazioni identitarie per rianimare la sinistra dispersa: l’antifascismo funziona in questo senso da sala rianimazione, restituisce un Nemico Assoluto a un’area che non sa vivere senza un rancore verso qualcuno (Berlusconi, la destra, il populismo) e appena ne declina uno, bisogna rimettere in piedi l’Eterno Fascismo (Ur-fascismo diceva Eco).

E non si distingue più tra il neofascismo politico di una volta e il folclore, il vintage, la civetteria di esibire cimeli fascisti che non hanno alcuna ricaduta politica, ma solo sentimentale e commerciale. Cominciai a seguire la politica i primi anni settanta.

Da allora ciclicamente ma ininterrottamente, sento parlare di un imminente pericolo fascista che serpeggia nella società. Una leggenda metropolitana che serve per rianimare la mobilitazione antifascista.

Perché fa così paura il Ventennio? Perché non studiamo a dovere – al posto di agire con il manganello della legge – cosa è stato il Fascismo? A proposito, cosa è stato?

Il fascismo non si può ridurre solo a qualcosa di criminale. Non lo farei neanche per il comunismo che per estensione, durata, vicinanza temporale, numero di vittime (in tempo di pace, si badi bene) ha prodotto crimini inarrivabili. C’è poi da chiedersi perché ancora tanta gente ha un giudizio positivo del fascismo.

Non si può ricordare del fascismo la violenza, la guerra, la persecuzione razziale (che riguarda il nazismo e solo di riflesso, in modo infame e caricaturale l’ultima fase del fascismo) dimenticando le opere realizzate, la tutela sociale, l’integrazione nazionale,i passi da gigante compiuti dall’Italia nel segno della modernizzazione, la forte passione ideale e civile, il consenso…

Durante il fascismo gli italiani ebbero in assoluto il maggior attaccamento allo stato e maggior fiducia nelle istituzioni, e potrei continuare. Il fascismo fu una rivoluzione conservatrice che modernizzò il paese nel nome di valori e primati tradizionali, cercando di accordare l’avvenire del socialismo con l’eredità della nazione.

Perché, poi, simili posizioni non si esprimono nei riguardi del ‘Che’ o di Stalin o dell’apologia del comunismo – o dell’islamismo, a questo punto?

Il paradosso è che questa ennesima ondata contro il fascismo sorge nell’anno in cui ricorrono i cent’anni dalla Rivoluzione bolscevica.

Sul piano storico, è il comunismo il tema di quest’anno, la sua parabola, i suoi orrori, la stretta linea di continuità tra Lenin e Stalin, il fallimento di ogni comunismo in ogni paese e in ogni tempo, i residui tossici che sono rimasti, il passaggio dal Pc al Pc, nel senso del politically correct, il comunismo dei nostri anni.

Invece il comunismo è totalmente rimosso, confinato in una dimenticata antichità, salvo qualche reperto mitico, come il Che o da noi come Gramsci e Berlinguer.

Gli unici miti spendibili perché sono due comunisti che (per fortuna) non andarono al potere. Come diceva Gomez Davila, gli unici comunisti da rispettare sono quelli che non sono andati al potere.

Le ‘manganellate’ contro la presunta ‘apologia di fascismo’ ricordano simili ‘punizioni’ inflitte a personaggi ritenuti scomodi. Mi riferisco a Ezra Pound, da troppi amministratori scambiato per un tesserato di Casa Pound o a Curzio Malaparte, osteggiato dai più. Viviamo ancora in tempi in cui la cultura è strumentalizzata per puri fini di parte, di partito, elettorali?

La cultura strumentalizzata rientrava ancora in una fase “eroica” in cui si riteneva che annettersi un autore o condannarne un altro avesse un’incidenza effettiva, e un significato.

Oggi la cultura è considerata una zavorra molesta e obsoleta, irrilevante. E nei confronti degli intellettuali non riconducibili alla dominazione corrente non si pratica più la denuncia e la demonizzazione ma, peggio, il silenzio, la finzione d’inesistenza, la non considerazione come autori e scrittori.

Non potendo più eliminare fisicamente il dissidente o il nemico, come accadeva ai tempi di Florenskj e di Gentile, lo si elimina moralmente, si certifica con il silenzio la sua morte civile…

L’ultima della Presidente Boldrini è grottesca. A una televisione locale ha dichiarato, ieri sera, che: ‘passare davanti ai monumenti del fascismo genera disagio a certi partigiani, che si sentono offesi. Non accade altrettanto in Germania dove i simboli del nazismo non ci sono più’. Non ci resta che distruggere i monumenti, l’arte, la letteratura ‘fascista’?

Se dovessimo realizzare il proposito della Boldrini dovremmo dichiarare inagibili quasi tutte le città italiane. Ovunque c’è l’impronta del fascismo e persino nelle zone rase al suolo dal sisma hanno resistito solo gli edifici fascisti. Se non c’è riuscito un terremoto ad abbatterli, figuriamoci se ci riesce un coccodè, sia pure isterico.

Davide Brullo








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